Ospedale di Arco, soluzione in extremis Bordon: «L'anestesista ci sarà»
Paolo Bordon, getta acqua sul fuoco. Per lui tanto can can per nulla: «Il turno notturno dell’anestesista - ha detto il direttore generale dell’azienda sanitaria trentina - sarà coperto dai colleghi di Rovereto disponibili a dare man forte: siamo una rete, ci si copre a vicenda». Quindi, il 19 agosto ad Arco, afferma Paolo Bordon, non ci sarà nessuna assenza notturna dell’indispensabile figura dell’anestesista: tutto sarebbe stato previsto.
Questa placida ricostruzione dei fatti è contestata da Cesare Hoffer, coordinatore provinciale di Nursing up Trento, che tre giorni fa aveva lanciato pubblicamente l’allarme «appena letta la circolare interna del direttore dell’ospedale Luca Fabbri, che prevedeva la sospensione del turno di notte (20-8) dei medici anestesisti. Solo dopo l’uscita sul giornale si sono attivati».
Esterrefatto anche il sindaco di Arco, Alessandro Betta: «Non possono declassare l’ospedale: senza anestesista diventa un poliambulatorio».
«Sono sollevato per le dichiarazioni di Bordon - ha osservato il presidente dei medici trentini, Marco Ioppi - occorre però mantenere alta l’attenzione. Da parte di tutti, medici, personale sanitario e cittadini. Anche i cittadini devono farsi carico dell’anestesia che è di basilare importanza per tutto l’ospedale, per le situazioni di emergenza e urgenza».
La nota ufficiale di Paolo Bordon diceva giovedì: «Da parte dell’Azienda sanitaria non c’è nessun calo di attenzione o di sicurezza per i pazienti o i cittadini che dovessero accedere all’ospedale di Arco, abbiamo una rete di professionisti che non è certo legata al singolo ospedale, ma che copre tutto il nostro servizio sanitario, professionisti che hanno già dato la disponibilità per tutti gli eventuali turni, anche notturni. La nostra attenzione per l’ospedale di Arco come pure per tutti gli ospedali di valle è massima, lo evidenzia il fatto che abbiamo già dato corso al bando per coprire il posto del primario, recentemente andato in pensione». Di ieri pomeriggio invece la nota stampa, meno assertiva, dell’assessora alla sanità Stefania Segnana (Lega): «In merito alla riconfigurazione dei turni del medico anestesista all’ospedale di Arco - ha scritto - confidiamo che già da martedì questa presenza sia assicurata. L’azienda si sta, infatti, già adoperando per coprire i turni di notte con personale qualificato di cui la rete ospedaliera dispone».
Per Cesare Hoffer «la circolare del direttore dell’ospedale di Arco era chiara: niente turno notturno. Erano mesi che si sapeva che i due anestesisti andavano in pensione. Non mi vengano a dire che lo scavalco era stato predisposto, non ci credo. Sono contento se hanno trovato una soluzione ma l’ospedale di Arco versa in condizione pietose: qua il problema è politico, le altre vallate hanno consiglieri provinciali e gli ospedali di Cles, Cavalese o Rovereto sono tutelati. Arco no. Qua il pronto soccorso e il 118 sono al delirio con l’enorme afflusso estivo di gente e di turisti. E voglio ricordare che la figura dell’anestesista serve non solo per il pronto soccorso ma anche per i trasporti e per i reparti. Ho lavorato all’ospedale di Arco, sono anche un cittadino di Arco e non accettiamo come personale sanitario e come cittadini di essere declassati a ospedale di serie zeta. L’Azienda sanitaria ha l’obbligo di garantire la stessa situazione assistenziale in tutti gli ospedali».
Anche Silvio Salizzoni (Fdi) è intervenuto con una nota ricordando che «Ancora una volta a pagarne le spese è la comunità del Basso Sarca».
Allibito il sindaco di Arco, Alessandro Betta (Pd): «Ho scritto al presidente della Provincia, Fugatti, mercoledì. Mi ha risposto nel giro di 4 minuti dicendo che mi avrebbe fatto sapere. Non ho più saputo nulla salvo poi leggere l’articolo dell’Adige. Non voglio dare la croce addosso a nessuno ma mi pare che qui stanno demolendo l’ospedale dell’Alto Garda e Ledro. Senza anestesista non è più un posto sicuro, diventa un ambulatorio».