Morto nel frontale alla Maza ipotesi di una distrazione fatale ma quella strada è un pericolo
Non c’è strada nell’Alto Garda che abbia un’incidenza di sinistri stradali alta come la Maza. Quei pochi chilometri d’asfalto tra Nago e Bolognano (è il tracciato ottocentesco di quella che era la ferrovia «M.A.R.» poi dismessa) sono diventati negli ultimi vent’anni sempre più strategici e trafficati.
Di lì passa la quasi totalità del traffico pesante diretto alle fabbriche della Busa, sia in salita che in discesa. Di lì transitano autobus turistici e di linea, oltre a migliaia di autovetture di turisti e pendolari. Purtroppo il risultato è l’incidentalità più elevata della nostra zona, dovuta sia alla mole di traffico che l’arteria deve sempre più sopportare, sia alle caratteristiche stesse del tracciato. Si tratta di fatto di una strada di montagna ma con rettifili frequenti e curve mai troppo strette (tranne quella tristmente nota della discarica) che possono indurre a percorrerla più velocemente. Non sembra però questo il caso del tragico incidente che mercoledì mattina è costato la vita a Armando Ronconi, 72 anni, commerciante ambulante di Fumane, nel veronese, che con il suo furgone si è schiantato frontalmente contro una corriera di linea di «Trentino Trasporti» morendo poco dopo l’incidente. L’uomo era diretto al mercato di Arco e conosceva benissimo quella strada per averla percorsa centinaia di volte negli ultimi 35 anni. Se la dinamica è quindi chiara (il suo furgone Renault ha invaso la corsia opposta) non lo sono le cause di quella traiettoria che non ha lasciato alcuna possibilità all’autista della corriera di evitare l’impatto (ferito ma in modo non grave, come tre passeggeri del pullman).
Al momento non sono stati richiesti accertamenti particolari sulla salma dello sfortunato commerciante veronese, e il “nulla osta” al trasferimento a Fumane dovrebbe arrivare oggi in giornata.
La Polizia stradale sembra escludere l’ipotesi di un guasto meccanico, propendendo più per il malore improvviso o per l’attimo (fatale) di distrazione. Cosa sia avvenuto veramente in quei pochi secondi nell’abitacolo di quel furgone blu alle 7 del mattino non lo sapremo forse mai. Chi lo seguiva ha riferito di averlo visto scendere lungo la Maza senza problemi, con una guida normale, senza correre e senza manovre anomale. Fino a quela semicurva dove il furgone se n’è andato a sinistra fino a schiantarsi. In un punto, tra l’altro, che non è considerato tra i più pericolosi della Maza.