Operazione della Guardia di Finanza evasione record nella ristorazione sequestrati beni per 1.200.000 euro
«Preconto», è questo il nome dell’articolata operazione di polizia economico finanziaria che ha permesso ai Finanzieri della Tenenza di Riva del Garda di eseguire un sequestro preventivo, pari al profitto del reato, pari a circa 1.200.000 euro nei confronti degli appartenenti ad una «associazione per delinquere», operante nel settore della ristorazione, finalizzata alla commissione dei reati di dichiarazione dei redditi fraudolenta ed auto-riciclaggio.
Le complesse indagini di polizia economico finanziaria hanno consentito ai militari di accertare come il sodalizio criminale si avvalesse di un software gestionale (impiegato per l’acquisizione delle “comande”) che consentiva di “cancellare fiscalmente” le ordinazioni ricevute e di consegnare al cliente un documento denominato “preconto”, documento solo materialmente analogo a quello fiscale.
Per mezzo di tale sistema fraudolento i sodali hanno omesso di dichiarare al fisco, tra il 2015 e il 2019, quasi 3,5 milioni di euro.
I Finanzieri, grazie alle videoriprese, hanno anche scoperto come gli indagati impiegassero manodopera irregolare. Nello specifico, venivano stipulati contratti di lavoro con i propri dipendenti per una durata inferiore rispetto agli effettivi orari svolti, con la corresponsione di una parte dello stipendio in nero, attraverso dei pagamenti “fuori busta” che non erano oggetto delle previste ritenute fiscali ed assistenziali: in diversi casi, infatti, i dipendenti erano stati regolarizzati per sole 2/4 ore giornaliere ma, effettivamente, ne svolgevano dalle 10 alle 12.
Le attività d’indagine, condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Riva del Garda, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rovereto, hanno permesso di acclarare, inoltre, che i soggetti coinvolti si sono avvalsi dello “schermo” di società di comodo e di prestanome nella gestione dell’attività di ristorazione, al fine di sottrarsi alle responsabilità di carattere fiscale e penale.
Infatti, per evitare di far ricadere l’effettiva gestione in capo ai reali responsabili e, di conseguenza, nell’asse societario sono stati inseriti, soggetti prestanome come ad esempio l’aiuto cuoco del ristorante, il quale risultava quale socio di maggioranza con quasi il 90% delle quote sociali o il cuoco a cui era stata fittiziamente assegnata la rappresentanza legale della società.
L’attività condotta dalle Fiamme Gialle trentine s’inquadra nell’azione del Corpo volto a rafforzare il contrasto e la reale aggressione patrimoniale ai più complessi fenomeni di frode fiscale ed a favorire la tutela della imprenditoria onesta.