Ciclovia del Garda, aperto nuovo cantiere del tratto Brenzone-Malcesine
Fa altri passi avanti la ciclovia del Garda e sale dal Veronese verso il confine Trentino.
In questi giorni si sta lavorando in particolare alla posa degli ancoraggi per costruire la nuova sponda lungo il litorale nella frazione Assenza, comune di Brenzone.
Da qui il progetto prevede che la ciclabile prosegua fino a Malcesine, per poi proseguire in territorio trentino: quando sarà finalmente completata, la ciclovia sarà lunga 140 chilometri e collegherà tutti i centri litoraneei delle sponde del Garda, quelle bresciana, veneta e
trentina..
Il cantiere aperto a Brenzone all'inizio di marzo andrà avanti un paio di mesi, per completare il tratto nell'area di Assenza, dove la costruzione si presenta particolarmente complessa.
Per risolvere le problematiche date dalla difficile morfologia lacustre, con poco spazio disponibile sulla terra ferma per far passare la ciclabile, si sta utilizzando una nuova tecnologia sviluppata da una ditta padovana, l’impresa Dalla Gassa, specializzata in riduzione del rischio idrogeologico.
Si tratta di una soluzione brevettata che consente di realizzare barriere spondali creando spazio statico aggiuntivo (nel caso di Assenza lungo quasi cento metri di costa).
La medesima tecnica è già utilizzata l'anno scorso a Torbole per costruire una sponda artificiale in riva al Garda.
Un intervento simile è stato completato anche per il collegamento tra Brenzone e la frazione di Magugnano, sempre lungo la ciclovia .
La tecnica di costruzione delle speciali barriere (denominate Sirive) riguarda la realizzazione di rilevati e scogliere sui fondali senza il ricorso a pali infissi, trivellati, palancole, scavatori e subacquei: «Si opera - spiegano i responsabili del cantiere - direttamente dalla terraferma, senza compromettere l’assetto ambientale e paesaggistico e tutelando al contempo la sicurezza degli operai impiegati nella realizzazione dell’opera.
La barriera viene realizzata sotto il livello minimo del lago, evitando di inquinare e impiegando materiali naturali quali pietra e marmo.
I massi ciclopici vengono posizionati direttamente nel lago per formare una sorta di catino, vengono collegati tramite ancoraggi di prolunga ai cordoli, fissati a loro volta alla terraferma con micropali e ancoraggi.
L’autogru di sollevamento opera da terra ed evita il ricorso a pontoni, perforatrici e sub. Una volta terminata, la barriera viene riempita con massi, ghiaia e sabbia».