Il trenino non basta, per il castello di Arco ora De Laurentis vuole l'ascensore (come Riva)
La proposta dell’ex consigliere comunale, cabina panoramica in vetro che sale 120 metri, e nella roccia un parcheggio robotizzato che posteggia le auto in automatico: «Non è campata in aria»
ARCO. Un ascensore che in pochi minuti dal centro di Arco consenta di arrivare al sovrastante castello medievale, simbolo della città delle palme, e nel contempo avere la possibilità di ammirare lo stupendo panorama della Busa, compreso l'azzurro del lago di Garda. La proposta arriva dall'instancabile Roberto De Laurentis, da poco uscito dal consiglio comunale e già tra i promotori, nelle scorse settimane, anche del progetto del golf sopra le Busatte.
L'ex presidente dell'Associazione provinciale degli artigiani è attualmente componente della Confindustria trentina. La sua non è la solita "idea" di carattere politico-elettoralistico, bensì qualcosa di più concreto tanto che ci sarebbe qualche imprenditore interessato a partecipare all'iniziativa.
L'ipotesi progettuale è quella di una cabina panoramica in vetro da installare sulla rupe verticale, lunga 120 metri, a poche decine di metri dal ponte sul Sarca e prospicente la via per Prabi. Inoltre con la possibilità, alla base dell'impianto di risalita, di ricavare nella roccia dei parcheggi "ultrafunzionali", largamente utilizzati, soprattutto, in Germania.
L'arrivo in "quota" avverrebbe nei pressi del Prato della Lizza, antistante lo storico maniero, luogo di animazione del periodo feudale ed oggi ospitante i crescenti appuntamenti ludico-culturali.
«La mia non è una proposta "campata in aria" - puntualizza De Laurentis - ma approfondita da aspetti tecnici e dalla sostenibilità economica derivante dal crescente afflusso turistico nella nostra città, riscontrabile tutto l'anno, ovviamente variabile secondo le stagioni. Già nel 1996 da consigliere comunale, assieme all'allora collega del civico consesso Enzo Benedetti (l'apprezzato chef del ristorante "alla Lega"), presentammo all'amministrazione municipale questa proposta. Fu inutile, non ricevemmo alcuna risposta malgrado l'avessimo corredata da una documentazione tecnica per la quale mi ero recato appositamente in Germania. Tra l'altro avevo visitato la famosa azienda Zeppelin, la stessa dei mitici dirigibili, che, successivamente, aveva diversificato la produzione industriale, comprendendo i parcheggi».
Si tratta di un sistema di gabbie metalliche multiple da realizzare sotto terra (ad Arco nella roccia) della capienza di 40 vetture per modulo. Il veicolo entra in un box per poi essere collocato nel parcheggio direttamente dal computer che coordina l'intera operazione. Al proprietario è rilasciato un biglietto col quale si presenta poi a ritirare la vettura nel box di uscita. Semplice e, soprattutto, funzionale, constatato che all'esterno necessita uno spazio molto limitato.
«Sarebbe un'occasione per riqualificare, in una ottica ambientale, le aree adibite a parcheggio - prosegue Roberto De Laurentis - con un maggiore numero dei moduli si potrebbero ospitare non solo le auto dei visitatori del castello, ma pure quelle dei cittadini e dei turisti. La conseguenza più eclatante sarebbe l'eliminazione della sottostante area di sosta Carmellini che potrebbe essere trasformata in parco». Se nel 1996 agli amministratori comunali di quel tempo l'idea di salire al castello in ascensore sarà sembrata impensabile, da fantascienza, ora i tempi sono cambiati.
«Negli ultimi tempi pure Arco registra un crescente afflusso di ospiti italiani e stranieri. Se vogliamo fare turismo di qualità, è indispensabile creare le necessarie infrastrutture adeguate. La mia proposta rappresenta un'opera opportuna». Lo stesso De Laurentis ricorda come da tre anni a Riva sia operativo l'ascensore inclinato panoramico che porta al Bastione: «Perché Arco non dovrebbe adeguarsi all'innovazione?».