Le spiagge mai viste emerse dal Garda: in Baia Azzurra è sparita la caletta
Il fenomeno è più visibile nel basso lago, ma anche qui le acque si sono ritirate di metri. Cambiati un po’ ovunque i profili dei litorali. Anche la spettacolare penisola di roccia e scogli sotto le Grotte di Catullo a Sirmione (la "Giamaica") si è allargata aggiungendo nuovi spazi asciutti
ROVERETO L'estate più calda di sempre
GARDA. Non si può togliere quasi un metro d'acqua dai normali livelli del Garda e pensare che non accada nulla. Anche se il nostro è il più grande bacino d'acqua dolce d'Italia e conta 370 chilometri quadrati di superficie, con una profondità di 346 metri (più di gran parte dei fondali dell'Adriatico) la siccità targata 2022 si è fatta sentire lungo i suoi litorali cambiandone l'aspetto.
I circa 80 centimetri di acqua che mancano a metà agosto alle medie del periodo si traducono in diversi metri di arretramento orizzontale delle acque là dove i fondali sono più degradanti, quindi soprattutto nel basso lago considerando che le sponde trentine - eccezion fatta per le spiagge ricostruite negli anni Novanta a Torbole e Riva - sono altrimenti quasi ovunque strapiombanti. Capita così che alla celebre Isola dei Conigli, a Manerba, di questi tempi si arrivi comodamente a piedi.
Anche la spettacolare penisola di roccia e scogli sotto le Grotte di Catullo a Sirmione (la "Giamaica") si è allargata aggiungendo nuovi spazi asciutti. In generale tutte le spiagge bresciane e veronesi si sono allargate di metri, il che può risultare comodo per il turismo balneare ma rappresenta un problema serio, ad esempio, per la fauna ittica, che si è vista cancellati i siti di posa delle uova. Lo stesso per alcuni tratti di canneto caratteristici, rimasti all'asciutto e col rischio di rinsecchirsi, "zone umide" rarissime e che umide in questi giorni non lo sono più.
Altri effetti sono anche più spiacevoli: l'acqua bassa nei porti fa emergere rifiuti, accumula verso la superficie le alghe, che facilmente marciscono provocando olezzi spiacevoli. C'è poi il problema dei pontili e degli scogli affioranti. Qualche settimana fa una nota rivista tedesca scriveva che sul Garda non ci si può più tuffare perché è troppo basso. Ovviamente non è così, ma molti pontili sono stati chiusi perché in quei punti tuffarsi diventa pericoloso.
Da noi gli effetti sono meno visibili, ma anche tra Riva e Torbole sono emerse spiagge "nascoste" per anni sotto l'acqua. Lo si osserva ai Sabbioni e in Purfina, con le boe che delimitano l'area dei bagnanti - di solito lontane dalla riva - ormai a portata di mano. Dal punto di vista paesaggistico è la scomparsa della caletta in Baia Azzurra l'effetto speciale più eclatante del ritirarsi delle acque. Il piccolo bacino - realizzato come abbellimento della spiaggia - è completamente asciutto e ormai lo distingue solo per le due massicciate esterne.Il Garda sabato 13 agosto era a 32 centimetri sopra lo "zero idrometrico" di Peschiera con 45 metri cubi al secondo in uscita alla diga di Salionze (stabili da dieci giorni).
Nello stesso giorno - per farsi un'idea - nel 2020 era a 107 centimetri, nel 2019 a 104, nel 2018 a 84 e così via. Non è però un record negativo: nel 2007 erano solo 10 i centimetri sopra lo zero e 12 nel 2005. A guardare le dinamiche di quegli anni si vede il Garda risalire proprio dalla metà di agosto. Come è avvenuto negli ultimi due giorni con le piogge e i temporali. Forse siamo all'inversione di tendenza.