Tra prove pratiche da superare, ben 61 aspiranti vigili del fuoco in caserma a Riva del Garda
Sono arrivati da tutto il Trentino per i test attitudinali, erano 55 ragazzi e 6 ragazze. Superate le prove affronteranno il corso base, saranno vigili effettivi. Gli esercizi prevedevano il castello da scalare, un percorso a labirinto da fare a tentoni al buio, una corsa e la prova di equilibrio
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RIVA DEL GARDA. Sono arrivati da tutto il Trentino, 61 giovani che vogliono diventare vigili del fuoco; sono approdati nel primo pomeriggio di sabato primo aprile alla caserma di Riva del Garda per i test attitudinali che serviranno, assieme al corso di formazione di base, per essere poi, a tutti gli effetti, vigili del fuoco.
Cinquantacinque ragazzi e sei ragazze tra i 18 e i 25 anni circa che si sono cimentati in tre prove pratiche alla presenza di Giancarlo Pederiva, presidente della Federazione provinciale dei vigli del fuoco volontari, e di Graziano Boroni, comandante vigili del fuoco di Riva. Ogni mese la Federazione organizza queste giornate che servono per vedere di che stoffa sono fatti le e i candidati e anche agli stessi per mettersi alla prova e capire se quel progetto fa per loro.
Quella di sabato è stata un'edizione record perché di solito la partecipazione si assesta tra i 35 e i 40 candidati .Gli esercizi da superare erano tre più uno. C'era da scalare il castello, alto una ventina di metri con le tipiche scale da pompiere; un percorso-labirinto da fare a tentoni al buio totale in un container per vagliare la propria paura e claustrofobia; una corsa di oltre venti minuti, che si è svolta sul campo sportivo della Benacense. C'era infine quello chiamato "prova di forza e di equilibrio" in cui si è usato una trave e venivano fatte delle flessioni e una capriola. Non c'erano tempi prefissati, andava superata la prova per capire di che pasta si è fatti.
Gli esaminatori Claudio Franchini (per la corsa, la scala e la trave di equilibrio) e Daniel Sansoni (per la corsa e il percorso nella camera oscura/claustrofobica) hanno curato i vari test assieme ad altri volontari. Per la prova nel container, «basta fare il percorso e trovare l'uscita - spiega Sansoni - non ci sono tempi da prendere: ci impiegano quello che ci impiegano, basta riuscire e fare tutto in tranquillità. Serve per comprendere la capacità di ognuno di lavorare in un ambiente ignoto e al buio».
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Alcune delle giovani e dei giovani aspiranti hanno raccontato cosa li ha spinti a intraprendere questo cammino. «Ho uno zio vigile del fuoco - dice Francesca Zottele, 25 anni, di Roncegno - ed è un esempio. In realtà da anni mi dicevo che avrei voluto diventare vigile del fuoco perché è una bella associazione di volontariato ed è come una famiglia. Non l'ho mai frequentata ma una mia amica è volontaria e ho sempre pensato: cavolo è proprio brava. Ma tra il lavoro e la casa ho sempre rimandato. Poi ho conosciuto il comandante che mi ha detto che sono aperte le iscrizioni ed eccomi qua. Mi aspetto tanta fatica ma anche emozioni e soddisfazioni».
Tommaso Dalcastagnè, 18 anni, è di Torcegno ed è allievo «da quando ne avevo 12. Mio papà - racconta - è vigile del fuoco e ho preso un po' da lui. È una bella compagnia quella dei pompieri». Ha superato la prova del container al buio e quella del castello: «Sì, mi sento pronto. Studio meccanico e credo anche questo possa essere utile come vigile del fuoco».
Massimiliano Pennacchi di Telve ha 24 anni. Non è passato dalla fase degli allievi. Fa il boscaiolo: «Volevo fare qualcosa per il mio paese e per la comunità. È stata una scelta ardua e meditata nel tempo perché è un impegno importante. Ho parlato con amici vigili del fuoco e poi mi sono detto: se non ti butti resti sempre con questo pensiero. Quello dei vigili del fuoco poi è un corpo tanto unito, si conoscono tutti e ci si dà sempre una mano; è proprio bello. So che è un percorso di addestramento impegnativo ma sono sicuro che la soddisfazione sarà tanta. Il mio Comune è stato colpito da Vaia e io sono innamorato delle mie montagne ed è per quello che ora faccio il boscaiolo, anche per i pompieri voglio dare qualcosa alla mia comunità».
«Ero negli allievi da 6 anni - racconta Angela Agosti, 18 anni, di Livo, studente di tecnica economica e sportiva - e col passare del tempo mi sono appassionata. Ci sono entrata perché c'era un mio amico tra gli allievi: mi ha detto di provare e mi è piaciuto. Non ho paura delle prove, le cose le devi sapere e le si imparano. Nel corpo c'è sempre qualcuno che ti aiuta se hai bisogno. Il mio desiderio, entrando nei vigili del fuoco, è di fare qualcosa di interessante e di aiutare».
Mirko Ropelato, 19 anni, è di Ronchi Valsugana e frequenta le Iti di Trento: «Sono entrato da poco, da quando degli amici mi hanno incoraggiato dicendomi che è bello. Ho parlato con il comandante che mi ha detto che c'è bisogno di giovani. È bello dare una mano alle persone e poi si scopre un mondo, nuovi amici e c'è sempre da imparare. È un'esperienza utile per la vita; serve partecipazione e impegno».
Damiano Lona di Albiano ha 18 anni, è alle Iti di Trento e da due è negli allievi. «Mio papà e mio fratello sono nei vigili del fuoco ed è stata anche una mia passione fin da piccolo. Quello di oggi è un passo in più e quando avremo finito il corso ci sarà l'adrenalina di essere effettivo; si collaborerà con molte persone e con molti altri vigili del fuoco, si socializzerà e si aiuterà chi avrà bisogno».