Garda / Il nodo

Riva, le biciclette da soluzione a problema per la città: in qualche tratto convivenza difficile con i pedoni

Ogni giorno ne passano cinquemila in centro storico: per metà sono solo di attraversamento. Il Comune: impossibile un divieto totale, ma a breve posizioneremo nei due punti critici vistosi cartelli che inviteranno tutti i ciclisti a scendere dalla sella e proseguire con la bici a mano

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di Davide Pivetti

RIVA DEL GARDA. Da mezzo di trasporto sostenibile a serio problema in poche stagioni. La bicicletta è diventata il simbolo del nuovo turismo outdoor che ha scelto Riva e il Garda trentino come paradiso in terra per le proprie discipline. Tutti benvenuti, ma con la consapevolezza che nessun fenomeno di massa arriva senza lasciare il segno.

Così l'enorme numero di cicloturisti che ogni giorno arriva, lascia o passa dal centro storico rivano ne ha mutato l'aspetto, le abitudini, le priorità. In comune hanno in mano un dato: 5mila biciclette ogni giorno passano dal centro. Per metà sono proprio di attraversamento: ciclisti che salgono e scendono dalla Ponale e passano in città provenienti o diretti al loro albergo o esercizio ricettivo.

L'altra metà sono biciclette di residenti, commesse, baristi, impiegati, imprenditori che approcciano in questo modo la Ztl istituita ormai tanti anni fa (e giustamente) in centro storico. Il sovraccarico ha però prodotto eccessi che si vedono benissimo in via Gazzoletti e sul lungolago Marinai d'Italia. Due "strettoie" dove ormai non si riesce quasi più a passare e dove le biciclette rappresentano un problema e un pericolo per i pedoni, anziani e bambini in primis.

«Ne siamo consapevoli - dice l'assessore alla vivibilità Luca Grazioli - a breve posizioneremo in quei due punti critici vistosi cartelli che inviteranno tutti i ciclisti a scendere dalla sella e proseguire con la bici a mano. Non possiamo mettere un divieto totale per diversi motivi. Se la Polizia locale fermasse un ciclista per multarlo, ne passerebbero all'istante altri venti, creando attriti e incomprensioni. Inoltre in certi orari il transito è più agevole, serve un po' di elasticità. Altro aspetto è quello delle rastrelliere. In centro ci sono ormai bici ovunque: incatenati ai pali della luce, alle ringhiere, agli alberi.

«Abbiamo collocato 60 rastrelliere per 600 posti-bici complessivi - dice Grazioli - ma ne servirebbero il doppio. Non possiamo riempire il centro di rastrelliere, anche perché c'è comunque una parte di ciclisti che non le userebbe comunque. Chi si ferma al bar per bere un caffè la bici se la porta davanti al tavolino. Pensate poi a chi va in giro con mountain bike da 7-8 mila euro, le vogliono sempre accanto, non le lascerebbero in una rastrelliera andando poi in giro a piedi».

La giunta sta anche valutando l'allestimento di un box-bici chiuso e video sorvegliato che potrebbe trovare adeguata collocazione nello spazio (attualmente utilizzato dagli scooter) dietro all'Ufficio postale di Largo Bensheim: «In altre città non ha funzionato molto, ma è una soluzione che vorremmo sperimentare anche a Riva - dice Grazioli - poi per una riorganizzazione più ampia dei flussi cicloturistici bisognerà aspettare la realizzazione del tratto urbano della "Ciclabile del Garda". Che dalla zona del "Nazionale" salirà lungo via Monte Oro, supererà la rotatoria, scenderà da viale Canella e poi transiterà davanti all'Inviolata proseguendo per via Madruzzo, da dove volgerà verso sud lungo viale Martiri, viale Dante fino ad arrivare a largo Bensheim».L'amministrazione rivana prevede la prima parte dei lavori realizzativi (dall'Inviolata alla Posta) entro l'autunno.

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