Alloggi / Emergenza

Nella casa Itea di Arco, si dorme con i secchi in casa per l'acqua che cola dal soffitto

I lavori al sottotetto hanno peggiorato la situazione: i vigili del fuoco sigillano le spine elettriche e la famiglia dorme in una sola stanza. L’Itea? Non pervenuta

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di Davide Pivetti

ARCO. Vivono in quell'appartamento dell'Itea da sette anni e da sette anni vivono anche con l'acqua in casa. Dopo un'attesa così lunga, solo di recente l'Istituto trentino ha cercato di rimediare alle frequenti infiltrazioni appaltando un intervento straordinario di manutenzione al tetto a una impresa privata. Ma la situazione è addirittura peggiorata e in questi giorni è letteralmente precipitata, come i pezzi di intonaco caduti dal soffitto sul letto di un bimbo di 12 anni. «Vivo in Italia da 26 anni, ho la cittadinanza italiana, mi sento anche trentino, e non pensavo di potermi sentire così abbandonato».

Sherif Abousheuil ha un posto fisso come pizzaiolo in un noto ristorante della Busa, lavora stabilmente e paga oltre mille euro al mese tra affitto e spese condominiali all'Itea per l'alloggio in cui vive con la moglie e i tre figli, di cui due minorenni. Una famiglia integrata, con più redditi (lavorano anche un figlio e, stagionalmente, la moglie) che chiede solo di vivere all'asciutto.

Con la pioggia dei giorni scorsi a gonfiarsi non è stato solo il Sarca, ma anche i muri della loro abitazione. Dal soffitto ha iniziato a scendere tanta acqua. Hanno dovuto riempire alcune stanze coi secchi di plastica, hanno coperto con i teli gli elettrodomestici e i mobili e raccolto i pezzi di intonaco caduti.

Hanno chiesto aiuto a tutti: «Ho parlato con il sindaco Betta, sono venuti qui i carabinieri ma non possono fare nulla nel nostro caso, e due volte anche i vigili del fuoco, li ringrazio della loro presenza». La situazione disastrata dell'appartamento al terzo piano delle case Itea di via Venezia, ad Arco, è confermata proprio dai vigili del fuoco. Hanno fatto due sopralluoghi urgenti due giorni fa in casa. E hanno dovuto tappare le prese elettriche di metà appartamento per evitare il rischio elettrico. Ma più di questo non possono fare.

Pare infatti che tutto dipenda dall'intervento operato di recente nel sottotetto. C'era da stendere una guaina che doveva risolvere le precedenti infiltrazioni, le ha fatte invece peggiorare. «Adesso dormiamo tutti e cinque in una stanza - dice Sherif - quella più asciutta, abbiamo chiesto aiuto ad Itea, sono appena stato dal fiduciario di zona: mi ha dato un modulo da compilare».

Ma la situazione che vive la sua famiglia non è da moduli e da burocrazia, serve un intervento d'emergenza per risolvere il problema e salvare anche una casa alla quale tutta quell'acqua non può certo far bene. L'Itea ha inviato sul posto un proprio tecnico che ha fatto il sopralluogo richiesto. Per il momento è stato steso un semplice telo di plastica sopra alla cabina dell'ascensore, evidentemente per evitare che l'acqua finisca nell'impianto elettrico dell'elevatore. Ma sopra il soffitto di Sherif non c'è nulla e l'acqua, finché piove, continua a penetrare in casa. «L'unica cosa bella è la solidarietà dei vicini - dice il pizzaiolo arcense - mi hanno sostenuto, li ringrazio».

E in effetti i vicini, tra inquilini e proprietari, che vivono nella palazzina si sono mobilitati in loro aiuto. Aspettando l'Itea.

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