Ciclovia, l'esposto per la sospensione: «Serve una nuova perizia geologica»
I senatori che si sono rivolti alla magistratura, fra i quali il trentino Pietro Patton, sottolineano anche che finora è stata scartato, malgrado sia previsto dalle norme, l'utilizzo del trasporto intermodale in tratti non percorribili: il progetto di fattibilità tecnico-economica ha infatti escluso la via d'acqua come alternativa valida nei punti critici (circa 80 chilometri dei 166 complessivi)
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RIVA DEL GARDA. Due sono già stati depositati alla Corte dei Conti dal coordinamento interregionale per la tutela del lago. Ma adesso arriva una terza denuncia contro il progetto della Ciclovia del Garda e stavolta ad occuparsene saranno i magistrati della Procura della Repubblica.
È l'effetto dell'esposto sottoscritto e presentato in queste ore direttamente in Senato e poi trasmesso per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Verona dai senatori veronesi e trentini Aurora Floridia, Pietro Patton e Luigi Spagnolli che chiedono ai magistrati scaligeri di fermare immediatamente i lavori nel tratto in costruzione tra la località Baitone e la galleria Cantone, lungo la Gardesana Orientale.
«Una sospensione - affermano nell'esposto i senatori - per consentire una nuova perizia geologica e un esame accurato del rischio idrogeologico alla luce delle ripetute frane avvenute negli ultimi anni».
L'esposto, inviato tra gli altri anche al ministro delle infrastrutture Matteo Salvini e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, verrà trasmesso a breve anche al presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
I senatori trentini Patton e Spagnolli non sono intenzionati a presentare un'analoga denuncia alle procure di Trento o Rovereto «ma è ovvio che una decisione dei magistrati ordinari scaligeri - sottolinea Spagnolli - crediamo debba far riflettere chi prende le decisioni politiche, anche per quel che riguarda la parte trentina».
L'esposto sottolinea come il tratto in costruzione di 210 metri tra Baitone e la galleria Cantone («che sta devastando le calette naturali della spiaggia di Navene») alla fine si arresterà e i ciclisti dovranno tornare sulla Gardesana «poiché per il restante tratto veneto e trentino, pari a 7,3 chilometri fino al Comune di Torbole, ad oggi non risulta esserci una progettazione definitiva o esecutiva».
Inoltre - ricordano sempre i tre senatori nella loro denuncia - «il decreto del Ministero delle infrastrutture del 2018 che ha dato il via al sistema nazionale delle ciclovie turistiche, prevede anche l'utilizzo del trasporto intermodale in tratti non percorribili, come misura per garantire la mobilità senza compromettere ulteriormente la sicurezza di residenti e visitatori».
Il progetto di fattibilità tecnico-economica ha escluso la via d'acqua come alternativa valida nei punti critici (circa 80 chilometri dei 166 complessivi) «nonostante - sottolineano ancora i senatori Floridia, Patton e Spagnolli - il tavolo tecnico operativo ministeriale, nelle sue osservazioni al Pfte, l'abbia considerata come alternativa opportuna per tutti una serie di motivi (sicurezza, rischio idrogeologico, costi, impatto ambientale, etc.)».
Ieri sera, intanto, è partita la sessione consiliare di due giorni all'interno della quale si dovrebbe discutere della proposta di delibera sottoscritta da 402 cittadini ma che verrà dichiarata non ammissibile in quanto - afferma il Comune - le firme non sono state autenticate come richiede uno dei regolamenti comunali. I vertici del Comitato Salvaguardia Area Lago e alcuni cittadini ieri sera hanno volantinato davanti alla Rocca distribuendo materiale informativo. E in aula sono cominciate subito le scintille tra presidente, maggioranza e gruppo del Pd, tanto da spingere il presidente Mamone a decidere una sospensione dei lavori.