Prostituzione su internet in pieno centro a Rovereto
Le case di alcune prostitute che facevano base nel cuore di Rovereto sono state smantellate dalla Polizia in un’operazione di controllo sul territorio. Le donne, sudamericane e dell'Est europeo, avevano contratti d'affitto in regola in pieno centro storico, si facevano pubblicità su internet e contavano su una consolidata clientala di professionisti benestanti
Le case di alcune prostitute che facevano base nel cuore di Rovereto sono state smantellate dalla Polizia in un’operazione di controllo sul territorio: è questa l’ultima fase di una serie di indagini condotta dalle forze dell’ordine impegnate nella verifica di possibili reati legati al mondo del sesso a pagamento. In particolare l’identificazione delle donne è stata possibile incrociando i dati anagrafici delle lavoratrici con i nomi dei contratti d’affitto e con i numeri di telefono ben pubblicizzati su internet, riferimenti necessari per attirare il maggior numero di potenziali clienti.
L’operazione è stata portata avanti nella prima mattinata in cinque miniappartamenti, tutti regolarmente locati nel centro storico di Rovereto, all’inizio di quella che doveva essere una normale giornata di lavoro: intorno alle 8.30 stavano già arrivando, infatti, le prime prenotazioni. Poiché non sono stati rilevati gli estremi di reato (sfruttamento) o di comportamenti sanzionabili con una multa (adescamento) nei confronti delle prostitute sono stati adottati dei provvedimenti amministrativi e sono state invitate a lasciare la città. I motivi dell’intervento, spiega la polizia, nasce sia dall’esigenza di tutelare le lavoratrici che, per la natura del proprio operato, potrebbero trovarsi in situazioni a rischio, che per arginare un fenomeno sociale che negli ultimi mesi si sta caratterizzando per un deciso aumento del volume di affari.
L’età delle lavoratrici incappate ieri nelle maglie delle forze dell’ordine è molto varia e oscilla tra i 25 e i 55 anni, tutte professioniste in grado di gestire autonomamente i propri affari: tre di loro sono sudamericane (Ecuador, Brasile e Repubblica Dominicana) ma sono entrate in Italia con un visto comunitario rilasciato in Spagna, mentre le altre due provengono da Romania e Ungheria.
Uno dei motivi per cui, a questo punto hanno lasciato i loro appartamenti è che, in seguito all’intervento della polizia, è venuto meno quel riserbo che per convenienza sociale accompagna questo tipo di attività. Il giro d’affari delle cinque prostitute che esercitavano a Rovereto coinvolgeva principalmente uomini e professionisti della classe media, che prenotavano per tempo le lavoratrici e si appartavano nei locali che le donne avevano in affitto: a Rovereto già da tempo infatti viene attivamente contrastata la prostituzione in strada, un fenomeno spesso associato a situazioni di degrado.
Le tariffe oscillavano tra i 50 e i 100 euro e comunque le prostitute godevano di un giro d’affari ragionevolmente consolidato. La pubblicità con cui si facevano conoscere era principalmente diffusa sui diversi siti online, anche se ovviamente le immagini erano un po’ diverse da quelle riferite alle lavoratrici stesse. Poiché si presume che i padroni di casa fossero all’oscuro delle attività delle donne, non vi è alcuna ipotesi di reato relativo allo sfruttamento.