Nonni vigili, ma sono extracomunitari A Rovereto arrivano i disoccupati 50enni
Un tempo si chiamavano «nonni vigile» ma nel giro di pochissimi anni questo appellativo è stato archiviato, per non dire sepolto, dalla crisi economica. E adesso arriva pure l'altro passaggio epocale, figlio di una società sempre più multietnica dove, proprio le ristrettezze economiche e la perdita del posto di lavoro, non ha né colore della pelle, né sesso e tantomeno religione diversi.
Rovereto, palestra sociale ormai da tempo immemorabile, è ancora una volta una delle prime a impersonare il nuovo mondo, quello attuale. Tant'è che oltre la metà dei prossimi addetti alla custodia urbana sono stranieri. Davanti alle scuole della città, dunque, non avremo più i simpatici vecchini magari un po' pasciuti che sorridono ai bimbi al suono della campanella e che li aiutano ad attraversare la strada ma vigilanti un po' più giovani (anche se non di molto, visto che hanno comunque più di 50 anni) e dall'aspetto più internazionale. Esattamente com'è la comunità lagarina in questo terzo millennio.
Dal 2 marzo a fine anno scolastico, il servizio di sicurezza per gli alunni delle elementari sarà offerto da nove lavoratori iscritti nelle liste dell'Intervento 19, l'ex Azione 10. Di questi cinque sono extraeuropei e musulmani. Un'assoluta novità, rispetto al passato anche recente, ma che dimostra una faccia più attuale della Rovereto di oggi. Anche loro, come i colleghi «roveretani doc», per dirla così, hanno scelto di indossare un giubbino rifrangente e tenere in mano una paletta davanti alle scuole, per poche ore a settimana, per poter avere un mestiere, una via di fuga dalla miseria. Alla faccia dell'idea iniziale di concedere un palcoscenico ai nostri anziani ritirati dal lavoro. I pensionati, i nonni o come si vogliono chiamare, ormai sono stati soppiantati da chi ha perso il posto per colpa della crisi ed è alla ricerca disperata di un'entrata per poter sbarcare il lunario. Si tratta comunque di ultracinquantenni disoccupati da almeno tre mesi. L'incarico è retribuito con un voucher del valore di 10 euro per ogni ora di prestazione e si tratta di due turni di mezz'ora al giorno (entrata e uscita da scuola). Il valore netto, dunque, è di 7,50 euro.
La scelta di «ripensionare» i nonni vigile è della stessa giunta comunale che ha deciso di «puntare su un progetto innovativo teso a favorire le fasce più deboli della popolazione, maggiormente soggette al processo di emarginazione dal mercato del lavoro promuovendo una soluzione concreta a sostegno dell'occupazione». E se la vigilanza scolastica darà segnali positivi, il Comune ha in mente di allargare il servizio anche ai parchi pubblici.
Qualcuno, visti i tempi tesi a livello internazionale, non vedrà di buon occhio Ahmed o Khaled al posto di Mario e Paolo ad assicurare, con tanto di paletta in mano, il proprio pargolo lasciare la scuola senza rischiare di essere arrotato. Ma, come detto, è il segno dei tempi e come tale va interpretato e vissuto. Caso mai si potrà recriminare sull'archiviazione di un'epoca di simpatica presenza dei nonnetti davanti agli istituti pronti a trasformarsi in sceriffi senza pistola e a sorridere ai tanti nipotini acquisiti. Addio alla poesia, dunque, e avanti a chi ha davvero bisogno di raggrennellare qualche euro per poter sfamare se stesso e magari una famiglia. Insomma, non un sostegno ad un reddito già in tasca ma proprio un salario, ancorché minimo, indispensabile per tirare avanti e, come si dice in gergo, mettere assieme il pranzo con la cena. Anche se spesso l'unico pasto è un frugale merenda.