Incendiato nella notte il furgone dei vigili urbani
Si è rischiato davvero grosso, la notte scorsa, in via Halbherr a Rovereto. I «soliti ignoti» hanno appiccato il fuoco ad un furgone della polizia locale dell'Alta Vallagarina parcheggiato nel piazzale della concessionaria-officina Trinco proprio davanti alla centrale del gas metano che serve l'ospedale.
Un boato, una fiammata e quindi una colonna di fumo che poteva trasformarsi in tragedia se i vigili del fuoco volontari non fossero intervenuti tempestivamente. E meno male che ai primi bagliori del rogo due vicini - un ragazzo che abita dall'altra parte del Leno ed una ragazza che vive proprio davanti all'officina - non ci hanno pensato due volte e hanno subito allertato i pompieri.
Ad essere incenererito, come detto, è un mezzo dei vigili urbani ma i danni cadono ancora una volta sui titolari dell'azienda, i fratelli Alberto e Alessandro Trinco. Perché che il gesto sia stato dimostrativo, una sorta di vigliacco attacco al potere, è assolutamente inequivocabile. Nessuna ritorsione nei danni della concessionaria Guzzi e Suzuki, insomma, ma la precisa volontà di colpire le forze dell'ordine. A costo di causare un'esplosione che avrebbe interessato tutta l'area visto che le fiamme hanno lambito la cabina del gas (sulla quale campeggia tanto di cartello che avvisa del rischio scoppio).
Questo attentato - peraltro ripreso dalle telecamere di sicurezza - non è il primo. Dodici anni fa, nello stesso posto, furono incendiate nove moto Guzzi dei carabinieri e anche in quel caso il conto, salato, l'hanno dovuto pagare i titolari.
«Questa gente non capisce che per i loro gesti dimostrativi contro le forze di polizia ci rimettono privati cittadini - spiegano i fratelli Trinco - Questa azienda va avanti dal 1952 ma azioni del genere rischiano di farci chiudere. Per non parlare del pericolo per tutta la popolazione: se il rogo avesse avvolto la centralina del metano sarebbe stato un disastro enorme».
Per i vigili dell'Alta Vallagarina si tratta del secondo furgone dato alle fiamme dagli antagonisti dopo quello del 2008 in via Tommaseo. E oltre ai carabinieri c'è da mettere in elenco anche l'incendio dell'officina Maranelli in via Abetone, «rea» di ospitare un camion dell'esercito in riparazione. In tutti questi casi a pagare di tasca propria sono stati gli artigiani e non certo le forze dell'ordine.
«Vogliamo ringraziare tutti quelli che sono intervenuti: - dicono in coro i due fratelli - i pompieri, velocissimi, i carabinieri e anche i tecnici di Dolomiti Energia che sono accorsi nel cuore della notte».
Sulla matrice dell'azione sembrano esserci davvero pochi dubbi. Anche perché i due ragazzi che hanno agito nella notte sono stati immortalati dall'impianto di videosorveglianza.
Il blitz, come detto si sospetta degli antagonisti, è avvenuto alle 3 del mattino. Alla concessionaria Trinco si è avvicinata una macchina (che, pare, non risulterebbe nemmeno rubata) dalla quale sono scesi due giovani che hanno scavalcato la recinzione metallica dell'officina, si sono avvicinati al furgone della polizia locale (quello nuovo per il corpo dell'Alta Vallagarina, sul quale era già stata installata l'attrezzatura, era nel garage interno) e hanno iniziato ad armeggiare. Per altro in maniera «dilettantistica» e goffa. Perché hanno preso il cric della propria auto e hanno forzato il portellone del veicolo custodito nel cortile. E pensare che lo stesso era aperto e con le chiavi dentro. Vabbè...
Quindi hanno appiccato il fuoco e sono fuggiti. L'azione dimostrativa, però, ha rischiato seriamente di propagarsi a gran parte della città se le fiamme non fossero state spente giusto un attimo prima che avvolgessero la cabina del gas.
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