Paura dei ladri, crolla il mercato delle ville
Prezzi giù del 30% soprattutto in destra Adige
Sul piano immobiliare, il 2015 lagarino potrà essere ricordato come l'anno della svolta, e contemporaneamente come l'anno della «fuga dalle ville». I numeri generali dell'edilizia sono ancora negativi. Ed il quadro pre crisi è ancora molto distante. Ma la mini ripresa del mercato immobiliare nella provincia di Trento si fa sentire anche a Rovereto. Con tutti i distinguo della realtà lagarina.
Il boom dei mutui casa, che nel secondo trimestre dell'anno in corso hanno fatto segnare un salto del 44% rispetto allo stesso periodo (aprile-giugno) del 2014, è stato costruito anche nella città della Quercia. Dove, stimano dagli uffici roveretani della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) le dimostrazioni di interesse per l'acquisto di immobili residenziali (in pratica, chi entra in agenzia immobiliare perché in cerca di casa) hanno fatto un salto del 100% dal 2014, ovvero sono raddoppiate. Ma di tutte le persone che chiedono di visionare le offerte di immobili a Rovereto e nella fascia dei Comuni circostanti (escluse Ala-Avio e Brentonico-Mori-Ronzo) meno della metà concludono poi la compravendita. Pesa, spiegano dalla Fiaip, la ritrosia delle banche a finanziare il 100% dell'acquisto: un terzo dei soggetti che chiedono un mutuo (dati MutuiOnline) vorrebbe un finanziamento superiore al 70% del valore dell'immmobile, ma solo il 20% l'ottiene, mentre la stragrande maggioranza dei mutui (il 77%) copre meno del 70% del prezzo d'acquisto. «Comunque - spiega Manrico Zeni, consigliere provinciale Fiaip per Rovereto e da oltre vent'anni nel ramo casa - il fatto che ci sia un po' più di ottimismo in giro e la gente si affacci al mercato immobiliare, è certamente positivo. Ma, sia chiaro, lo scenario pre crisi è ben lontano». Uno scenario lontano che peraltro probabilmente non tornerà mai più. Perché nell'arco degli ultimi sei, sette anni la crisi da un lato e le dinamiche sociali dall'altro hanno cambiato l'approccio all'acquisto dei lagarini. «Intanto - spiega Zeni - c'è ancora molto invenduto da smaltire. E la gente non intende spendere ai prezzi degli anni passati. Parlando di Rovereto, il mini appartamento oggi te lo chiedono a 130mila euro, il due stanze a 150mila euro, il tre stanze a 200mila. E spesso se vuoi vendere devi accettare importanti ribassi».
Roveratani più scaltri, dunque? «Direi di sì. Basta anche andare a guardare la partecipazione delle tantissime aste giudiziarie, dove ormai trovi immobili al terzo, quarto ribasso consecutivo. Prima erano interesse solo di gruppi immobiliari, oggi anche i privati stanno sempre più seguendo questa possibilità di acquisto».
Ma c'è un settore specifico dove i prezzi sono crollati: le ville. «Al momento ho 25 ville unifamiliari (per intenderci: caseggiati liberi sui quattro lati, almeno 200 metri quadrati su più piani, garage, cantina e giardino di almeno 800mq, ndr ) che non si riesce a vendere. E qui ci sono stati ribassi anche del 25, 30% rispetto a cinque anni fa. Quello che valeva 850mila euro oggi con 620, 630mila euro lo "porti via"». Perché un crollo simile? «Nella maggior parte dei casi a vendere, o meglio, a svendere, sono coppie in là con gli anni, con i figli che hanno lasciato casa, e che non vogliono più vivere "isolate". In pratica, il fenomeno dei furti in casa ha cambiato parecchio la percezione del vivere nei paesi, un tempo considerati sicurissimi, oggi non più. Così tante coppie, spesso si tratta di imprenditori, preferiscono trasferirsi magari in un appartamento, magari un attico, in città».