Nuovo polo Meccatronica: ora si progetta l'interramento della statale del Brennero
Il bubbone non è ancora scoppiato ma lo farà presto. E riguarda l'investimento più importante della Provincia in città: il polo della Meccatronica. Al di là delle opportunità che il trinomio scuola-impresa-ricerca offre, rimane ancora irrisolto il nodo della viabilità. Tra un lustro o poco più al di là della stazione ferroviaria arriveranno due-tremila persone: studenti, insegnanti, ricercatori, imprenditori e lavoratori.
Troppa gente per non prevedere uno sfogo viario in modo da evitare un tappo in grado di far deflagrare la città.
Purtroppo, quando si è partiti con i lavori della Meccatronica non si è fatto lo stesso con le vie di accesso. Ed ora si rischia di intasare mezza città o, magari, di stoppare l'esordio del Polo in attesa di ricavare le uscite di corriere, macchine e camion. Il Comune, in tal senso, si è messo in toto nelle mani della Provincia.
D'altro canto, si pensa a palazzo Pretorio, piazza Dante ci mette i soldi (trasferendo pure Itt Marconi e Cfp Veronesi) e quindi penserà anche alla viabilità. Tant'è che tra le due giunte, assessore Gilmozzi in testa, i faccia a faccia proseguono ed entro fine mese dovrebbe arrivare sul tavolo del sindaco il progetto buono. Che, per capirci, è quello di interramento della statale del Brennero in piazzale Orsi e svincolo per via Zeni sotto terra, sotto la stazione ferroviaria. Chi si aspetta la doppia rotatoria disegnata dall'architetto Barozzi rimarrà però deluso. «No, costa troppo e i tempi di realizzazione sono lunghissimi», taglia corto Graziola.
Di là dai binari, però, si deve pur arrivare. E infatti l'intervento sarà quello di bypassare la strada ferrata nel sottosuolo. Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo Rfi. Chiedere il via libera a scavare alle Ferrovie dello Stato e ottenerlo in tempi rapidi è come chiedere ad un coniglio di cantare l'Inno di Mameli. I tempi, insomma, rischiano di diventare biblici. In tal senso la Provincia dovrà davvero stare col fiato sul collo ai vertici romani altrimenti il bel «giocattolino» del futuro sorto sull'ex Pirelli rischia di arenarsi.
L'alternativa c'è ma non è certo piacevole: le uscite dalla Meccatronica, per non bloccare il tombone di via Manzoni, potrebbero essere quelle da Sacco - attraverso via Unione, via Zigherane e quindi la bretella Ai Fiori - e quella di via Cavalcabò a San Giorgio per la Busa dei Cavai. Ma si tratta di piani di assoluta riserva. Per ora, comunque, il Comune ha firmato una convenzione con le imprese Karedil e Galvagni per ottenere terreni che, alla bisogna, potranno ospitare una via di fuga. Per le due ditte, l'accordo siglato in municipio servirà invece per completare due capannoni di cui hanno assolutamente bisogno: uno a lato della Ford Margoni e uno dietro, sempre a ridosso della rotatoria dello stadio Quercia.
Archiviata definitivamente la strada parallela alla ferrovia - la prosecuzione di via Pedroni fino al rondò - le perplessità sul nodo via Balista, con rotonda, via Cavalcabò sono molte. Per l'assessore ai lavori pubblici Graziola «il rischio è che possa rappresentare una scorciatoia per non prendere la statale e dunque intasare Sacco e San Giorgio»: per l'assessore all'urbanistica Tomazzoni, invece, «il pericolo è che la strada intasi un'area abitata: non sarebbe gestibile. La soluzione è il collegamento diretto dalla statale, un passaggio prioritario di tutto il piano perché senza interventi il traffico andrà in tilt».