Mondadori addio, a Pasqua chiuderà
Rovereto, la libreria è stata sfrattata da piazza Rosmini per i lavori di ristrutturazione di Casa Testori
Quando chiude una libreria il segnale non è mai bello. Stavolta, però, la crisi non c'entra visto che la Mondadori di piazza Rosmini è da tempo nel cuore dei lettori roveretani. A costringerla a calare le serrande, però, è la società che ristrutturerà lo storico palazzo Testori-Candelpergher. La casa, che si affaccia sulla stretta di corso Bettini e su via dei Colli, sarà infatti rimessa in sesto dopo tre secoli di splendore minati dalle intemperie. Di proprietà della Fondazione Lucarelli-Irion, sarà risistemata dalla società Ciro srl di Giuseppe Tomasi (affiancato da Giorgio Oss Papot), lo stesso imprenditore edile che ha costruito l'Urban City di corso Rosmini.
Alle attività commerciali affacciate sulla piazza e sul viale dell'arte da tempo è arrivata la lettera di sfratto. Altri due negozi se n'erano già andati e i prossimi ad abbandonare la nave saranno la tipografia Baldo e, appunto, la libreria Mondadori. Entro Pasqua dovrà lasciare liberi i locali che, una volta ultimati i lavori, completeranno un piccolo centro commerciale in galleria a vetri che dalla strettoia, attraverso il cancello oggi chiuso, raggiungerà corso Bettini sbucando dove ora c'è Baldo.
Spiace, però, che uno dei pochi punti vendita di cultura in città sparisca così, su due piedi. Franco Molinari sta cercando una soluzione ma, in attesa di trovare un posto adatto agli amanti dei libri, da marzo dovrà riadattare la cartolibreria Rosmini sul corso per ospitare anche gli scaffali di Mondadori. Dopo Kiniger di piazza delle Oche, Piccolroaz di via Mercerie e Portici di piazza del Grano un altro tassello importante dell'Atene del Trentino sta insomma per salutare. Certo, si spera che non sia un addio ma un semplice arrivederci ma, per il momento, quel bell'affaccio di copertine nella piazza più prestigiosa dell'urbe non ci sarà più.
La Mondadori, come si ricorderà, era stata aperta nel 2004 come «costola» della Rosmini che, spostando i libri oltre il fontanone, poteva concentrarsi maggiormente sugli articoli di cartoleria (pur senza rinunciare comunque ai volumi) e dare comunque lustro al salottino del capoluogo lagarino. Il negozio, tra l'altro, aveva preso il posto di un'altra storica cartoleria, la Moar che aveva abbandonato i locali. Per evitare un vuoto in una della piazze più belle d'Italia, Molinari aveva deciso di riempirli con libri affidando la gestione alla figlia Silviana. Una scelta vincente che ha riconciliato per una dozzina d'anni i roveretani con il gusto per la buona lettura. All'inaugurazione, nel maggio di dodici anni fa, non a caso avevano tagliato il nastro Carmine Abate e Dario Vergassola, serio e faceto assieme per «battezzare» la nuova libreria.
A marzo, però, la grande vetrata di piazza Rosmini si svuoterà, come già le altre vetrine all'imbocco di corso Bettini. Poi, a maggio, toccherà alla tipografia e quindi dovrebbero partire i lavori di ristrutturazione. A fine mese, intanto, aprirà i battenti un'altra piccola libreria in via Fontana, l'Arcadia, scelta precisa di due imprenditori romani con esperienza alla Feltrinelli che punteranno sull'interazione cliente-venditore per non trasformare il libro in un prodotto anonimo.
Per quanto riguarda Mondadori la speranza è che trovi a breve una «location» per non disperdere un patrimonio di affezionati alla cara vecchia carta. Trovare una sistemazione per i quasi 20 mila titoli ospitati in piazza Rosmini non è certo un compito facile e stiparli tutti sul corso è un compito arduo.