«Volevano mandare in tilt tutti i treni»
Ufficialmente le indagini in corso da parte della Digos si muovono, come è normale che sia, a 360 gradi. Ma è indubbio che la pista investigativa che rimanda al movimento «No Tav» ed alla galassia dell'«antagonismo» sia tra le più accreditate. Starà all'inchiesta coordinata dalla procura di Rovereto il compito di far luce sul ritrovamento dell'altro giorno, lungo la ferrovia del Brennero, in due box adibiti a contenere apparecchiature per il controllo elettronico del flusso dei treni, di due ordigni rudimentali costruiti con bombole del gas da campeggio.
L'allarme è scattato sabato verso metà giornata ad opera di alcuni tecnici di Ferrovie dello Stato. L'ispezione, proprio nei box lungo la ferrovia, era stata predisposta a seguito di alcune anomalie elettriche riscontrate dalla centrale operativa regionale di Fs. All'altezza del centro commerciale Millennium («progressiva chilometrica 68 più 388» secondo la terminologia delle ferrovie) i tecnici ferroviari hanno trovato le centraline con la porta forzata ed all'interno di entrambe due bombe rudimentali; una già detonata, l'altra ancora integra.
Immediato l'intervento della Polfer di Rovereto e, successivamente, del reparto investigativo scientifico della Questura di Trento e della Digos. Le due bombe erano costituite da una bombola del gas legata a due bottiglie piene di alcol e ad un detonatore. Entrambi i congegni erano «a tempo», collegati ad una sveglia che fungeva da timer. Neanche uno dei due ordigni è però letteralmente esploso. Uno è stato recuperato dagli artificieri integro, mentre dell'altro è bruciato solo l'alcol contenuto in una delle due bottiglie. La combustione, che ha annerito le pareti interni del box, ha lievemente danneggiato l'apparecchiatura, causando le disfunzioni elettriche che hanno spinto i tecnici di Fs ad effetture i controlli. «Non è possibile sapere - fanno sapere dalla Questura di Trento - quando sia detonata la prima bomba né da quanto tempo gli ordigni erano stati piazzati».
Certo parrebbe al momento che non ci sia stato nessun reale pericolo per l'incolumità delle persone. Se anche i due ordigni fossero detonati «in pieno», ovvero se anche le bombole del gas da campeggio fossero state coinvolte nell'esplosione, i danni, certo più ingenti, avrebbero comunque riguardato solo l'interno dei box in metallo. «Abbiamo la certezza che diversi treni siano tranistati nell'area - sottolineano gli inquirenti - prima e dopo l'attivazione di una delle due bombe».
Come detto, la pista investigativa anarchico-No Tav è tra le più accreditate, visto che l'effetto ricercato dall'attentatore (o gli attentatori) era il blocco o il rallentamento del traffico ferroviario. Obiettivo peraltro fallito.