Guerra alla zanzara tigre pronta la nuova campagna
Ormai è diventata la guerra più lunga della storia. Ma il nemico, in questo caso un fastidioso insetto, è di quelli da non sottovalutare e, soprattutto, di quelli che «arruolano» soldati alla velocità della luce. Stiamo parlando della zanzara tigre, nemico pubblico numero uno fin dagli albori del terzo millennio.
Perché il monitoraggio ordinato al Museo Civico dal Comune di Rovereto è partito proprio nel 2001.
Prima di quella data, in verità, non si erano mai viste «Aedes Albopictus» in giro per la città. Tranne in zona industriale, dove il piccolo rompiscatole ronzante è apparso a metà degli anni Novanta del secolo breve, entrato «abusivamente» attraverso i copertoni importati dal Sudamerica da una grossa azienda roveretana. E da lì, negli anni successivi, l'insetto maculato ha fatto il suo ingresso nell'urbe avviando la conquista del territorio. Perché dal capoluogo lagarino ha iniziato una campagna di invasione che ora ha raggiunto tutta la Vallagarina. Troppo per non intervenire.
Come detto, quella dichiarata alla zanzara tigre è una vera e propria guerra. Che, almeno a Rovereto, qualcosa ha prodotto visto che, valutando l'intero ambito della Comunità di Valle, la presenza è inferiore rispetto ai comuni del circondario.
Al di là di tutto, comunque, palazzo Pretorio non abbassa la guardia e anche stavolta ha affidato l'incarico di provare a debellare l'indesiderato ospite al Museo Civico.
Che sarà guidato da un esperto come Uberto Ferrarese, profondo conoscitore degli usi e costumi del nemico in questione, e si affiderà ad una ditta esterna specializzata.
La campagna «bellica» - che tutto sommato costa poco, visto che la spesa prevista è di 12.590,40 euro - partirà il prossimo 15 maggio per concludersi il 31 ottobre. E utilizzerà una specie di «Ghostbuster» attrezzati con spruzzini a corto, medio e lungo raggio per provare ad eliminare le larve. L'assalto frontale, quello «forte», riguarderà la disinfestazione, mediante «lotta adulticida», nei parchi pubblici, giardini, aiuole, aree verdi in genere, viali alberati, cimiteri, piazzali di asili e scuole ma anche i bordi delle strade, laddove un qualsivoglia ristagno di acque diventa trincea inespugnabile per la zanzara e, soprattutto, centro di «reclutamento» di nuove leve.
In questi cinque mesi e mezzo di lotta, comunque, non si interverrà ventre a terra a qualsiasi ora del giorno e della notte ma, come richiesto dal Comune, per 200 ore. Salvo, ovviamente, una recrudescenza del fenomeno. In questo caso la ditta dovrà entrare in azione entro 72 ore dalla chiamata d'emergenza.
Chi teme intossicazioni da sostanze figlie delle guerre chimiche stia tranquillo. Innanzitutto i prodotti impiegati sono testati (e a basso impatto tossicologico oltre che assolutamente inodore) e, cosa più importante, il teatro delle operazioni sarà recintato con apposito nastro giallo con avviso inequivocabile: «Attenzione - Zona soggetta a trattamenti contro la zanzara tigre».
Chiaro, dunque, che il sito interessato rimarrà off-limits fino a passaggio ultimato che, assicurano in piazza del Podestà, avverrà nel minor tempo possibile proprio per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Anche perché i parchi urbani sono ben 56 e i cimiteri 6, aree frequentate con assiduità dai residenti.
Gli operatori agiranno in coppia con automezzi dotati di lancia e cannone nebulizzatore a basso volume (per gli spazi ampi come i parchi) ma pure con appositi zaini e spruzzatori per arrivare negli angoli più reconditi.
Questo protocollo, ovviamente, riguarda la città ma nell'operazione «Guerra alla zanzara tigre» rientrano altri nove comuni lagarini.
Dove, come detto, la presenza dell'insetto è più diffusa, soprattutto in agosto. La differenza di concentrazione, ovviamente, è dovuta alla lotta condotta dal Comune di Rovereto in questi anni. Ed ora, non a caso, l'invito a intensificare controlli e pulizia è estesa anche al resto della Vallagarina.