Fermata in città col motorino del figlio senza patente, revisione e assicurazione
Una giornata decisamente da dimenticare quella accaduta ad un’incauta roveretana.
Una ventina di giorni fa era uscita di casa per fare un paio d’ore di lavori domestici presso una conoscente ed ora si ritrova a pagare una multa di oltre seimila euro.
Come accade con gran parte delle sanzioni, se la donna ha optato per il pagamento immediato, ha potuto risparmiare il 30 per cento di questa salassata; altrimenti può contare sulla rateizzazione, ma deve comunque iniziare a pagare entro sessanta giorni altrimenti l’importo raddoppia.
Sono cifre importanti, che davvero possono mettere in ginocchio l’economia di una famiglia, ma purtroppo la legge non prevede ignoranza e al comando di polizia municipale di Rovereto ammettono: «Siamo i primi a essere dispiaciuti per quanto accaduto, ci rendiamo conto della situazione, ma non possiamo certo fare eccezioni di sorta, in parte perché ormai questi dati sono in rete e rientrano nei database, e in parte perché tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge».
Ma cosa ha fatto mai quella sera di tre settimane fa la signora roveretana? Semplice, era di corsa, e ha deciso di prendere in prestito il ciclomotore del figlio. Ha guidato tranquillamente verso il centro città finché ha raggiunto piazzale Orsi dove era stata da poco rifatta la segnaletica per riservare una corsia preferenziale ai mezzi pubblici.
Forse distratta, o perché conosceva bene la strada, la donna ha cercato di entrare nella zona vietata ai mezzi privati quando è stata fermata da una pattuglia della polizia municipale, che si trovava lì proprio per evitare che le nuove indicazioni stradali generassero confusione.
La donna a bordo dello scooter è stata dunque fermata per i controlli di routine, ed una prima sorpresa riguardava la revisione: secondo i dati a disposizione degli agenti il cinquantino non era mai stato revisionato. Poco male, la multa in questo caso è di 196 euro.
A domanda precisa, la donna ha risposto che era uscita di corsa, e che quindi aveva dimenticato patente e certificato di assicurazione a casa, e che non riusciva ad andare a recuperarli perché presa da troppe incombenze. Anche qui però la tecnologia non ha lasciato scampo: da un controllo incrociato è risultato che da oltre dieci anni il mezzo girava senza assicurazione.
A questo punto la situazione si è fatta molto preoccupante, almeno economicamente parlando: la legge prende molto sul serio questo tipo di infrazione e la multa da pagare è di 848 euro e il sequestro del bene che, se non si paga, viene confiscato.
Per guidare un cinquantino serve la patente, ora va bene quella plastificata, mentre una volta bastava il vecchio patentino verde, chiamato anche «certificato di idoneità alla guida».
Se inizialmente la donna aveva dichiarato di averlo dimenticato a casa, sostenendo di avere proprio quel patentino, in un secondo tempo è stata costretta ad ammettere che la patente lei non l’aveva mai avuta.
Il recente codice della strada ha almeno depenalizzato il reato, per cui un tempo ci sarebbero state conseguenze anche penali. Nonostante ciò, si tratta di un’infrazione punita molto severamente: 5 mila euro e il fermo di tre mesi del mezzo.
A nulla è servito spiegare che il motorino era del figlio: d’ufficio è scattata un’ulteriore sanzione di 389 euro a carico di quest’ultimo per «incauto affidamente a persona senza patente».
Sono situazioni in cui il lato umano va considerato, ma forse è utile diffondere queste informazioni perché ormai con i controlli incrociati e costanti la polizia municipale può contare su molte informazioni attendibili.