Rovereto, condominio in rivolta contro i canti di Natale
La convivenza tra condomini è dura. Specie in una città «begarola» come Rovereto. E non rispetta nemmeno il Natale. Gli ultimi a finire sotto attacco, in verità non da oggi, sono infatti i coristi del «Bianche Zime», gruppo storico dei canti natalizi e dintorni.
La corale, che il prossimo 25 gennaio compirà ben 57 anni, da tempo ha una sede in prestito (dietro compenso, ovviamente) in pieno centro storico, al civico 40 di via della Terra. I rapporti con gli altri inquilini - si tratta di un edificio condiviso tra Itea e Comune - sono però ai ferri corti. Ma le lamentele per il fastidio - quando il coro fa le prove trascina i gorgheggi fino a tarda sera - sono rimaste fino ad oggi inascoltate. È pure vero che i cantori, assolutamente volontari e impegnati dopo lavoro, possono incontrarsi solo in serata ma questo ai residenti - si tratta di otto famiglie - dà decisamente fastidio.
«Come condomini - ricorda infatti Milena Ben - continuiamo a lamentarci del disturbo che dà avere in questa casa la presenza del coro "Bianche Zime". Già alla precedente amministrazione avevamo denunciato la loro rumorosità e il non rispetto dei regolamenti della nostra casa. Lo spazio da loro occupato non dipende da Itea ma dal Comune. E sono persone che non rispettano la civile convivenza. Questa è una casa con famiglie e tutti sono ligi ai regolamenti. Questo gruppo di uomini disturba la nostra quiete e non sappiamo più a chi rivolgerci. Siamo disperati anche perché si arrogano il fatto di non rispettare chi ci vive e dorme. Ho anche scritto al sindaco Francesco Valduga e al precedente assessore con la promessa che questa attività venisse spostata in luogo più idoneo all'attività ludica ma molto rumorosa fino a tarda notte. E quando non c'è il coro "Bianche Zime" a rumoreggiare subentra la scuola di musica. Questo disturbo dura da ben dieci anni senza alcuna risposta da parte né di Itea né del Comune. Sembra nessuno sappia niente e nessuno abbia competenza in merito».
Insomma, il coro che tanta gioia dispensa quando si esibisce in pubblico in verità crea disagio quando prova. A prescindere dal fatto che allieta il Natale del pubblico. Il «Bianche Zime», tra l'altro, è un fiore all'occhiello del canto popolare lagarino. Fondato il 25 gennaio 1961, in seno alla sezione del Dopolavoro ferroviario di Rovereto, il gruppo culturale è diventato coro vero e proprio l'1 gennaio 1993. E vanta un repertorio di più di 400 pezzi tra tradizione alpina e brani da intonare sotto l'albero. Spicca poi il grande impegno nel volontariato per le associazioni che si adoperano in progetti a favore delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Insomma, tra le eccellenze roveretane il «Bianche Zime» spicca decisamente. Ma la convivenza con otto famiglie che chiedono solo di passare le serata in santa pace (via della Terra, d'altro canto, dopo l'ora di cena è sonnacchiosa), come detto, è ormai arrivata ai ferri corti.
«Non se ne può più. - tuona Milena Ben a nome degli inquilini - In questo periodo di feste natalizie cantano dalle 20.30 alle 23 tutte le sere. Ma il vero problema non è questo ma il fatto che, dopo le prove, si fermano fino alla due di notte. E sono pure maleducati perché quando escono dalla sala per fumare o telefonare hanno toni della voce molto alti».
L'avete fatto presente ai diretti interessati? «Certo, ma rispondono in malo modo, sono maleducati».
Il Natale, insomma, anziché rendere tutti più buoni ha inasprito i rapporti. «Non ne possiamo più. L'ex sindaco Andrea Miorandi aveva previsto di trovare una sede fuori dal centro storico ma sono ancora lì».
Un intero condominio, dunque, è in guerra con i canti di Natale. E la parola, la soluzione, passa al primo cittadino Francesco Valduga e alle sue relazioni da cercare di mantenere bene.