Rovereto, patteggiano i presunti ladri beccati grazie a Facebook
All’epoca, il furto aveva fatto notizia. Non tanto per la vicenda in sé - purtroppo può accadere che in un negozio si verifichi un evento simile - quanto per il come i malviventi sono stati scoperti: grazie a Facebook. E mercoledì mattina, davanti al giudice Carlo Ancona, i tre sono finiti, con l’accusa di furto aggravato. Sono usciti dall tribunale di Rovereto più pesanti di come sono entrati: hanno patteggiato una pena di un anno a testa. Con sospensione condizionale.
La vicenda risale all’autunno scorso. Nel tardo pomeriggio tre persone erano entrate nel negozio Unieuro al Rovercenter. Due di loro avevano chiesto di poter vedere delle consolle per videogiochi e avevano iniziato a parlare con la commessa, evidentemente - col senno di poi lo si è capito - allo scopo di distrarla con domande tecniche sui prodotti che sembravano intenzionati ad acquistare. È stato a quel punto - secondo l’accusa - che è entrato in azione un terzo uomo, che ha preso due consolle e le ha messe in un borsone schermato, per far sì che i sistemi anti taccheggio diventassero di fatto inutili. I tre quindi si erano allontanati dal negozio, permettendo al personale di rendersi conto dell’accaduto solo quando ormai era troppo tardi.
I titolari, esasperati quanto delusi, avevano ovviamente fatto denuncia. E poi, dando un’occhiata alle telecamere a circuito chiuso del negozio, avevano capito come si era verificato il furto. Quindi hanno cercato di mettere in guardia i colleghi: hanno preso alcuni frame del video e li hanno caricati su Facebook. Con un eloquente messaggio: «Queste le facce dei tre signori ladri che martedì hanno rubato in negozio. Non c’è speranza di recuperare la refurtiva... solo la magra consolazione di diffondere i loro volti». Non è stata solo un consolazione: a vedere quel video è stato, poco dopo, un agente del commissariato di Rovereto, che ha riconosciuto uno dei tre. Da lì è scattata l’indagine che, poche settimane più tardi, ha portato all’arresto di tre persone domiciliate a Bolzano. Si tratta di Idri Riad, 48 anni originario dell’Algeria, Romi Prince, 42 anni originario del Pakistan e Albert Tatari, 39 anni nato in Macedonia. I tre sono finiti ieri a processo, con rito immediato. Ma hanno preferito non sottoporsi al giudizio: le difese hanno concordato la pena con la procura. Un via libera ottenuto anche in considerazione del fatto che hanno risarcito il danno. Da qui il via libera dell’ufficio inquirente e la sentenza di patteggiamento (un anno di reclusione a testa).