Si schianta in moto e muore La vittima è Maurizio Zanni di Mori
Sabato di sole funestato da un terribile incidente stradale accaduto al mattino sulla strada statale 240, poco distante da Mori stazione. Un motociclista è andato a sbattere contro una corriera di linea e quell'urto, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. A perdere la vita è stato un uomo di 39 anni, Maurizio Zanni. Viveva con la moglie Serena Alberti a Mori ed il mese prossimo sarebbe diventato padre. Era stato direttore di «Vitaldent» a Trento ed ora aveva nuovi progetti imprenditoriali.
La tragedia si è consumata poco dopo le 9. Maurizio Zanni, in sella alla sua Yamaha «Fz1», stava viaggiando sulla Ss240 in direzione Rovereto. Aveva imboccato la bretellina che collega la rotatoria di Mori stazione con quella della Favorita. Lo schianto tra i due mezzi è avvenuto un centinaio di metri prima del sottopasso. Secondo i carabinieri del nucleo radiomobile Zanni in sella alla sua due ruote stava sorpassando le vetture che procedevano nella sua stessa direzione. Per questo si trovava sulla corsia opposta mentre stava arrivando la corriera di linea che collega Rovereto con Riva del Garda e Bolognano. Il motociclista non è riuscito a rientrare in tempo, né a frenare o evitare la corriera. L'ha centrata e poi è finito sotto al mezzo.
Le ipotesi sono più d'una: nel cercare di frenare Zanni può aver perso il controllo del mezzo che è scivolato lungo la fiancata sinistra della corriera. Oppure si è spaventato trovandosela davanti e non è riuscito a rientrare. Sta di fatto che lo schianto gli è stato fatale.
La caratteristica principale di Maurizio Zanni è legata al suo sorriso. Chi l'ha conosciuto lo ricorda esattamente così: sorridente accanto alla sua bella moglie Serena Alberti, emozionato in attesa di conoscere la loro bambina che nascerà a maggio, felice in sella alla sua potente moto e divertito mentre balla la salsa. Aveva tante passioni e la passione la metteva in tutto quello che faceva, dalle amicizie al lavoro, per il quale ora aveva nuovi progetti. «Sono un sognatore in un mondo fatto di aride realtà... » scriveva lui stesso, descrivendosi.
Amava Napoli, dove vive ancora la sua famiglia che quando è nato abitava ad Ala per via del lavoro da insegnante del papà. A Napoli ha vissuto e studiato ed in Trentino ci era tornato per trovare lavoro. In Vallagarna poi ha costruito la sua nuova famiglia: a Mori, nella borgata dov'è cresciuta la moglie che è educatrice negli asili nido ed attorno alla quale ieri si è stretta la famiglia assieme a tanti amici.
«Era un grande uomo, sorrideva sempre anche nelle difficoltà. Questa era la sua caratteristica». Giuseppe Di Michele è un caro amico dell'uomo di 39 anni che ieri ha perso la vita nel tragico incidente stradale in sella alla sua moto. Napoletani entrambi ma «trapiantati» a Mori, si sono conosciuti sette anni fa ed avrebbero dovuto vedersi anche ieri, se il destino fosse stato diverso. «Era fantastico Maurizio. Ha sempre creduto nell'amicizia. Bastava chiamarlo e lui non diceva mai di no. Anzi, le creava le occasioni per incontrarsi. Le passioni che coltivava erano un modo per stare con gli altri». Appassionato di motociclette, recentemente aveva fondato un gruppo su Facebook, «Moto in piega... club rider», con il quale teneva i contatti con gli amici motociclisti. Domenica scorsa aveva organizzato la «trasferta» a Trento per la benedizione delle moto. La stagione che si è appena aperta però stavolta lo avrebbe visto un po' meno sulle strade, perché presto avrebbe abbracciato la sua prima figlia.