Viveva in un miniappartamento con 18 cani e 5 gatti

Divideva lo spazio di un appartamento con 18 cani, 5 gatti e un coniglio a Rovereto. Bene non dev’essere stato nessuno, in quella situazione. Non c’era spazio vitale sufficiente, nel miniappartamento in cui lei stava. Anche se le intenzioni erano buone: lei quegli animali li voleva salvare. Quasi tutti li ha strappati a situazioni più o meno tragiche. Solo che non ha fatto i conti con la sua reale capacità - umana, di tempo ed economica - per accudire quello zoo improvvisato.

Per questo è intervenuto il parco Canile di Rovereto, di concerto con il veterinario dell’azienda sanitaria. Un’azione sinergica che ha permesso di recuperare tutti gli animali, e di garantire loro il trattamento sanitario di cui avevano urgente necessità. Un’azione, soprattutto, che ha permesso di gestire tutto senza «drammi»: lei è stata convinta a cedere gli animali, quindi non sono partite denunce. Questo significa, tra le altre cose, che i cani sono già adottabili. Perché il parco Canile, nonostante le difficoltà - accogliere 18 cani tutti in un botto non è cosa esattamente facile - è stato in grado di gestirli, assicurare loro cure e spazio vitale e la necessaria socializzazione con gli altri cani e gli uomini. Ma ora, ad emergenza rientrata, il presidente di Arcadia Pierluigi Raffo lancia un monito: «Animalisti con una visione pietistica rischiano di diventare accumulatori seriali. Ci si appoggi ad una struttura».

La vicenda è venuta alla luce un paio di settimane fa, più o meno per caso. Una ragazza si è rivolta al canile per chiedere se c’era posto a pensione, per due cani. Dal canile (in questo periodo pieno) l’hanno indirizzata in altre strutture. «È stato sentendo questi che abbiamo saputo che i cani erano molti di più» spiega Raffo. Immediata è stata la mobilitazione, per capire cosa stesse accadendo, grazie anche al sostegno del veterinario dell’azienda sanitaria. E non è servito molto per capire che quella era una situazione in cui gli animali non potevano stare: al di là dei 5 gatti (di cui uno malato e contagioso) e del coniglio, c’erano 5 cani adulti, e una valanga di cuccioli: 5 cuccioli di circa 5 mesi e 8 di circa 2 mesi. Per il parco canile, un’emergenza: «Gli animali erano tutti da visitare, e sistemare, anche perché pieni di endo ed ecto parassiti». Vermi e pulci, insomma. Ora stanno bene - grazie al fatto che al canile hanno fatto tutti gli straordinari - pure i due adulti fragili, la cagnolina con un occhio solo e quella a cui manca una zampa: «Sono deliziosi, li abbiamo già inseriti in alcune attività».

Resta il problema sociale, evidentemente. Perché questi animali (a parte i cuccioli, ovviamente) vengono da fuori regione, non erano stati visitati. C’è pure un problema di igiene pubblica. E poi c’è il problema sociale di chi, pensando di salvare gli animali, rischia di causare problemi. «Non siamo gli unici a segnalare queste situazioni: lo fanno anche Oipa e Le Fusa Onlus. Chiediamo dunque aiuto a tutti i cittadini nel segnalare gli episodi, per poter intervenire tempestivamente e cercare soluzioni bonarie: al contrario, effettuare sequestri porterebbe a far sostare i cani in struttura senza poter offrire loro un’adozione nell’immediato e questo non sarebbe etico, a maggior ragione per i cuccioli che rischierebbero di crescere in canile». Ora i cani sono pronti per l’adozione: al canile di Rovereto ci sono adesso in tutto 22 cuccioli: 8 di taglia piccola, 5 di taglia medio piccola, 8 di taglia medio grande.

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