Bimba con due mamme: il caso finisce in parlamento
Fa discutere la registrazione all’anagrafe di Rovereto dell’atto di nascita di una bambina che ha due mamme. A farsi sentire, in queste ore, sono le voci contrarie. Col risultato che il caso, pur non essendo una novità a livello italiano, è destinato a finire in parlamento: ce lo porterà, con un’interrogazione ad hoc annunciata ieri, il senatore Andrea de Bertoldi (Fratelli d’Italia). Che si chiede «come sia stato possibile», quanto accaduto negli uffici roveretani. Il come, è facile spiegarlo: non si tratta di una bambina nata in Italia, ma di una bambina nata in Belgio, di nazionalità belga, oltre che italiana. Si trattava di trascrizione di un atto di nascita. Quella pervenuta agli uffici del Comune di Rovereto non è l’unica richiesta che le anagrafi italiane hanno dovuto trattare. In molti casi le famiglie, in situazioni analoghe, davanti ad un no hanno fatto causa. E la magistratura, finora, ha sempre dato loro ragione. Ecco perché gli uffici del Comune di Rovereto hanno accolto la richiesta. Non perché volevano inventare la legge, ma perché hanno verificato la giurisprudenza. Lo sa il consigliere comunale della Lega Viliam Angeli, che sul punto si è documentato. Ma che dal Comune di Rovereto si aspettava un’azione almeno dimostrativa: «So che erano tenuti a farlo, ma mi sarei aspettato un no. Mi sarei aspettato che andassero incontro ad una causa. Solo poi, obbligati dal giudice, avrebbero iscritto quell’atto di nascita. Avrebbero dovuto fare un po’ di resistenza, avrebbero dovuto dare un segnale. Capirei se fosse stato il Pd, ma stiamo parlando di un’amministrazione guidata dai civici. Mi aspettavo un comportamento diverso». Lui è contrario perché, spiega, la famiglia naturale va tutelata: «Non è questo il caso, ma alcuni fanno nascere il figlio all’estero per poi registrare l’atto in Italia. Questo è aggirare le norme italiane. E la legge italiana dice che due donne o due uomini non possono avere un figlio».
Dal suo scranno in parlamento tuona anche il senatore de Bertoldi: «Non si capisce come sia possibile che si proceda con questo tipo di registrazione in Comune considerando che il parlamento si è espresso chiaramente bocciando la stepchild adoption. La legge vieta in modo inequivocabile lo stravolgimento del concetto di famiglia tradizionale, eppure continuano a verificarsi casi di adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso. Noi di Fratelli d’Italia ci battiamo per la difesa della famiglia tradizionale». Questa l’opinione a caldo, che annuncia appunto un’interrogazione parlamentare.
Fa sentire la propria voce anche il Popolo della Famiglia Trento: «Esprimiamo la più viva preoccupazione per una tale deriva, che maschera un atto politico dietro la presunta necessità di una supplenza “tecnica” con espressioni che ricordano sinistramente la neolingua orwelliana». Parla di tentativi di diffondere un modello di famiglia diverso da quella naturale tutelata dalla costituzione e invoca il governo: «Auspichiamo che il nuovo ministro degli Interni Matteo Salvini tenga fede alle sue promesse (due giorni fa a Brindisi ha espresso l’intenzione di fare «tutto quello che è legalmente, umanamente e civilmente possibile fare perché la mamma continui a chiamarsi mamma e il papà continui a chiamarsi papà») e mantenga un profilo adeguato al suo ruolo istituzionale attivandosi per far rispettare la legalità».