Mille aspiranti vigili urbani per 8 posti
C’è voglia di divisa, di ordine pubblico o, più semplicemente, di un lavoro «comunale». Quale che sia il motivo, la Vallagarina si appresta ad un’«invasione» di aspiranti vigili urbani anche se i posti a disposizione si contano sulle mani: sei agenti a Rovereto e due a Mori. Per il corpo di polizia municipale della città della Quercia sono stati ammessi 254 candidati più uno con riserva; per le due divise messe a disposizione dalla borgata concorrono invece in 580. Insomma, quasi mille persone da tutta Italia che sperano in un lavoro.
Chi pensa che Mori sia più appetibile di Rovereto (sono oltre il doppio i candidati ammessi al concorso) però si sbaglia. Perché il discrimine, in questo caso, è l’anagrafe. Rovereto è infatti l’unico Comune che ha fissato il paletto dei 40 anni di età. A Mori, ma anche a Trento (le iscrizioni chiudono a fine mese), il limite imposto dalla carta d’identità non esiste. Evidentemente, ragionando in maniera spiccia, sono molti di più gli adulti over 40 in cerca di un posto fisso anche a costo di dover attraversare il Paese con moglie e figli al seguito.
Tornando alla caserma di via Parteli, in lizza - ammesso con riserva - c’è anche un extracomunitario, un albanese con permesso di soggiorno di lungo corso che spera di diventare «ghisa» con tanto di stemma gialloverde sulla giacca. Ma perché ammesso con riserva? Per due motivi non certo da poco: il primo è il titolo di studio. Il bando chiedeva almeno il diploma di scuola superiore e l’aspirante agente di polizia municipale di Pequin (Albania appunto) l’ha conseguito nel suo Paese. Chiaro che, in caso di esito finale dell’esame positivo con tanto di assunzione a tempo indeterminato, dovrà farsi consegnare dall’autorità competente un provvedimento di equivalenza del titolo di studio posseduto. L’altro «cavillo» finito sotto la lente di ingrandimento riguarda la cittadinanza. L’uomo, C. K. di 31 anni, vive in Italia da parecchi anni ma è cittadino albanese e, per la legge, deve rinnovare il permesso di soggiorno. Che, nel suo caso, è di lunga durata.
In base al bando, però, dovrebbe avere la cittadinanza italiana che non ha. L’aspirante vigile urbano, insomma, potrebbe approdare alla selezione finale e, in caso di vittoria, chiedere la carta d’identità tricolore. In fin dei conti risiede qui da svariati anni e, a quanto parte, l’iter per «italianizzarlo» dovrebbe essere piuttosto breve.