Grande festa a via Rialto a Rovereto

Domani sabato 10 novembre, a partire dal pomeriggio, via Rialto tornerà a popolarsi come mai prima d’ora. Concertini, street food, giochi per bambini e spettacoli di danza animeranno dalle 16 in poi una delle vie più suggestive anche se un po’ più defilate del centro storico.
 
Una via «resistente», come la chiama qualcuno, che unisce botteghe storiche e le idee di giovani imprenditori arrivati da poco. Proprio a loro, i commercianti di via Rialto e via Valbusa, è venuta l’idea di far conoscere l’«anima» più autentica della loro strada con un evento, «Lanterne verso sera», che già punta ad avere un seguito nel calendario cittadino. «Siamo partiti in tre - raccontano Walter Bonaventura del Loco’s bar e Tommaso Biasion del negozio d’abbigliamento Abc - ma all’iniziativa hanno aderito quasi tutti, mettendosi in gioco con entusiasmo. C’era una gran voglia di fare qualcosa di nuovo e di farlo assieme, slegati da qualsiasi associazione di categoria o ente pubblico. Siamo tutti diversi, ognuno con la propria specificità, ma solo facendo rete possiamo crescere come quartiere». Perchè di «quartiere», in un certo senso, si tratta. Quasi una «social street», l’ha definita con un termine più moderno qualche commerciante, dove sopravvive quella dimensione comunitaria fondamentale per affrontare le difficoltà e rianimare un centro storico in affanno. «Quest’evento nasce per ricordare che via Rialto esiste e sta crescendo, con tanti operatori che hanno deciso di investire risorse in questa parte della città, a detta di tutti una delle più caratteristiche sia dal punto di vista urbanistico che commerciale», aggiungono dalla piazzetta antistante il Loco’s, dove domani sera suoneranno gli Apocrifi (cover band di De Andrè).
 
Non è la tipica via dello shopping o del passeggio roveretano, ma un micromondo di piccole realtà artigiane. «Non è un caso - fa notare Melina Benetton di Volver-up, il negozio che produce  borse riciclando i teloni dismessi dei camion - che sia una delle poche vie dove non ci sono catene di franchising. Qui sono quasi tutte attività a conduzione famigliare, il vero valore aggiunto che ci permette di rimanere in piedi». Una piccola concentrazione di eccellenze, spesso dimenticate. «Molta gente pensa che oltre via Rialto ci sia il nulla. Ma non è così: con questo primo evento vogliamo che la gente si riappropri della strada e torni a frequentarla, conoscendo le varie realtà che la popolano», spiega Patrizia Barbara, per tutti Patty, una delle ideatrici dell’evento. La sua libreria, la Piccoloblu, aperta tre anni e mezzo fa, verso sera si trasforma in un salotto e punto di ritrovo per gli abitanti del rione.
 
«Ci troviamo qui prima di andare a pilates», sorride una residente appena entrata dalla porta. Di fronte, Elisa Cont del bar Radici non nega che bisogna essere un po’ eroici: «Siamo figli di un dio minore - ci racconta -. Qui non si vive di passaggio, il cliente lo devi portare in cima a questa salita. E lo si riesce a fare solo se si ha un’identità forte e un prodotto fuori dai canoni, che non trovi da nessun altra parte». «Domani - aggiunge la giovane titolare - proporremo street food, musica jazz e un set fotografico in tema con l’Istadela di San Martino. Speriamo la gente risponda alla grande superando la credenza, dura a morire, che verso piazza San Marco ci sia la fine di tutto, una sorta di Finisterrae».
 
Anche perché il fascino di certo non le manca. «I turisti fanno la processione per fotografarle», racconta il libraio Giorgio Boninsegna indicando le cariatidi realizzate nei primi del ‘900 da Depero. «Essendo un po’ fuori dal giro canonico, abbiamo dovuto specializzarci e offrire prodotti esclusivi e artigianali. Via Rialto custodisce un pezzo di storia che andrebbe valorizzata di più», sostiene Sonia Monti della storica cappelleria Bacca, aperta dal lontano 1823. Un po’ più pessimista il signor Giuliani dell’omonima macelleria, che comunque ha deciso di supportare l’iniziativa: «Un tempo c’erano sei negozi di generi alimentari, due tabacchini e persino una farmacia. È cambiata la demografia della città e con essa le abitudini», nota il macellaio, da 66 anni dietro il banco.
 
Chi non ha alcun dubbio nelle potenzialità della via è Micaela Sposito, l’ultima arrivata, che tra non molto aprirà al civico 44 la bottega «All you around the kitchen», uno spazio al femminile dedicato al mondo della cucina sostenibile. «Sarà un luogo dove si potrà progettare e condividere cibo, manufatti di design e libri, eventi eno-gastronomici ed esperienze educative. Dove produttori alimentari e creativi possano incontrarsi con i consumatori», svela Micaela. Che aggiunge fiduciosa: «Credo molto nel centro storico di Rovereto. E penso faccia bene alla città avere queste piccole attività indipendenti, invece che grandi e anonime catene commerciali. Bisognerebbe solo incentivarle di più».
 
Organizzano, partecipano e collaborano: Abc, Loco’s bar, Libreria Piccoloblu, Amaranta Bio Bistrot, Arianna Boutique, Cappelleria Bacca, Forno di Pitagora, Incantesimo, All Around Kitchen, Le Radici, Libreria Boninsegna, Macelleria Giuliani, Spazio 46, Volverup. Intrattenimenti a cura di Ape Gialla, Apocrifi, Artea, Associazione culturale BaBa, Calliari Fiori, Ekoes Illustration, Luca Riviera photographer e Nexus Culture.

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