Anarchici roveretani in trasferta
A quanto pare gli anarchici roveretani hanno trovato un altro terreno su cui misurare la loro voglia di «combattere il potere costituito». O per lo meno è questo ciò che risulta alla Questura di Milano. Che, anche per via degli esponenti trentini del movimento, ha preferito posticipare una delle più delicate operazioni in programma per questo dicembre: lo sgombero di Villa Vegan. Perché a dare man forte agli anarchici milanesi, a quanto pare, sono arrivati - con una prassi per altri già vista altrove, compresa la città della Quercia - esponenti del movimento residenti altrove. Tra loro, appunto, anche i roveretani.
Dalle parti di Milano, per altro, sembra che una certa tensione ci sia, riguardo alle frange della protesta. Riportava ieri il Corriere della Sera , negli spazi dedicati alla cronaca di Milano, che al riguardo è arrivato un allert del Viminale, per un presunto allarme per «azioni di matrice anarco-insurrezionalista». Si tratta di un percepito pericolo collegato, in particolare, alla riapertura di un centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti. Una struttura contestata dal fronte anarchico, e spesso paragonata a moderni lager. In quel di Milano la protesta, contro questa struttura, si era già palesata a inizio mese, con una manifestazione - del tutto pacifica e allargata a molti mondi politici diversi - capace di portare in strada migliaia di persone. Ma in piazza ci sarebbero stati pure alcuni elementi del mondo anarco insurrezionalista. Insomma, le antenne, dal punto di vista dell'ordine pubblico, erano già alzate, perché sembra un momento di particolare sensibilità. La mobilitazione è facile e - par di capire - prevedibile. In questo senso va, appunto, l'arrivo a Milano degli anarchici roveretani.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbero arrivati nella città meneghina per difendere la sede del movimento, Villa Litta, ora ribattezzata Villa Vegan, un edificio comunale occupato dal 1998 nell'area nord della città. Quello sarebbe il baricentro di una serie di attività del movimento anarco insurrezionalista a Milano. L'obiettivo delle autorità, ancora qualche settimana fa, era quello di liberarlo, perché necessario per realizzare alcune opere pubbliche. E appunto, secondo quanto riportato dal Corriere, sarebbe stato a quel punto che è arrivata la chiamata «alle armi» dei compagni roveretani. Un intervento che ha reso la protesta evidentemente più efficace: davanti alla «resistenza» trovata a Villa Vegan, la polizia ha preferito sospendere lo sgombero per ragioni di ordine pubblico. Ma è chiaro che lì il fronte resta caldo. E gli anarchici roveretani devono aver deciso di portare la loro protesta non solo in Trentino e in val di Susa - dove già erano stati tra i protagonisti del fronte no Tav - ma pure in Lombardia.