Da Rovereto a Besenello, la mania dell'«escape room»
«L'archeologo Paolo Orsi stava studiando degli artefatti egizi unici nel loro genere, tanto da scrivere che era vicino a scoprire l'origine del tutto. Questo ha però attirato su di sé l'attenzione delle persone sbagliate». Comincia così l'intrigo che i partecipanti alla nuova «escape room» «Il Mistero Egizio», aperta ieri nel quartiere di Borgo Sacco, saranno chiamati a risolvere. In poche parole si tratta di un gioco di squadra: chiusi in una stanza, l'escape room appunto, i concorrenti, facendo leva su tutto il loro ingegno e capacità logica, dovranno decifrare una serie di enigmi e rompicapo per trovare la soluzione e poter così uscirne.
L'idea di portare a Rovereto l'inedita attrazione è venuta ad alcuni ragazzi che avevano partecipato ad un progetto, sostenuto dal Piano giovani, dedicato al riuso degli spazi vuoti. Spiega Egon Angeli , presidente dell'associazione «Energie Alternative», promotrice del progetto: «Oltre a rigenerare spazi vuoti e non utilizzati, volevamo aiutare i giovani a mettersi assieme e sviluppare un percorso imprenditoriale. L'idea di aprire la prima escape room della città è piaciuta e così, appoggiandoci all'esperienza e ai consigli dei ragazzi di "Fuga da Trento", che nel capoluogo gestiscono già da alcuni anni una realtà analoga, siamo partiti». Dopo aver vagliato attentamente alcuni dei luogo abbandonati, la scelta è ricaduta su una sala di proprietà comunale, ma gestita da Itea, di fronte alla Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco, tra il bar e il parco Dionisi. Una stanza dei misteri che, almeno per il momento, rimarrà aperta solo in via temporanea. «Fino a giugno - aggiunge Angeli - proporremo l'escape room archeologica, mentre in estate stiamo pensando di riempirla con alcuni momenti di incontro e formazione dedicati al mondo giovanile. Poi, se le cose dovessero funzionare, vedremo se riproporre ancora il gioco di ruolo, magari creando un'altra ambientazione». Ambientazione che per l'esordio ha puntato tutto sulla figura di Paolo Orsi, il noto archeologo roveretano. «I giocatori, suddivisi in gruppetti da due a un massimo di sei persone, saranno catapultati nello studio del professore e qui dovranno scoprire, prima che sia troppo tardi, a quale misterioso caso sta lavorando. Tempo a disposizione per svelare l'arcano: 60 minuti», spiegano i ragazzi che hanno dato il via alla nuova attività (per info e prenotazioni c'è questo sito).
Un fenomeno, quello delle escape room, che sta avendo successo non solo nelle grandi città. A confermarlo è Roberto Buccella , una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni in tasca, che, assieme all'amico Elvis Daprai , nell'ottobre del 2017 ha trasformato la stube di casa, nel cuore di Besenello, in una stanza piena zeppa di segreti ed enigmi da risolvere. Tema dell'escape room: Leonardo Da Vinci, genio poliedrico e controverso. «Abbiamo conosciuto questo gioco in Irlanda, rimanendo talmente affascinati che al nostro rientro abbiamo cominciato a progettare una nostra stanza, chiamata poi Genesi», raccontano gli ideatori, che in poco più di un anno hanno accolto nel piccolo paese dell'Alta Vallagarina circa 200 gruppi, per un totale di oltre 800 giocatori provenienti da tutto il nord Italia. «Non ci troviamo in città, eppure sono arrivati gruppi anche da Bolzano, Mantova, Modena e dal veronese. Una bella soddisfazione che, se tutto va bene - svela Buccella - il prossimo anno porterà altre novità: ci piacerebbe infatti allargare gli spazi di via Roma, creando un'altra escape room».