Caviglie su misura per atleti vanto del reparto di ortopedia
L’usura da attività sportiva, specialmente per i professionisti, ha trovato un rimedio al reparto di ortopedia dell’ospedale Santa Maria del Carmine. Grazie ad una tecnica innovativa sviluppata dall’equipe del professor Fabrizio Cortese gli atleti con problemi seri alla caviglia d’ora in avanti li risolveranno con una protesi confezionata su misura come un abito per un matrimonio. Un sistema, tra l’altro, che sfrutta l’alta tecnologia, le stampanti 3D e la collaborazione telematica con ingegneri specialisti negli Stati Uniti. E il risultato è un intervento chirurgico più corto, meno invasivo, più sicuro e tempi di recupero rapidi con capacità motorie impensabili fino a qualche anno fa.
Rovereto, insomma, si conferma terra di eccellenze anche in campo medico e sportivo. E il reparto di ortopedia dell’ospedale di corso Verona vanta un altissimo livello di qualità. Giovedì, per capirci, è stata eseguita un’operazione alla caviglia unica in Italia inserendo proprio una protesi personalizzata per il paziente. Una primizia che consentirà a tanti atleti di tornare a praticare sport senza ricorrere a lunghe riabilitazioni e a chiunque di guarire da patologie particolarmente gravi ed invalidanti.
L’ortopedia lagarina, dunque, sta diventando sempre più un centro di riferimento nazionale per quanto riguarda il trattamento delle malattie del piede e della caviglia. E la «new entry», come detto, è proprio la personalizzazione delle cure.
La protesi di caviglia, d’altro canto, rappresenta una delle procedure più complesse e delicate. Ma stavolta ad affiancare il chirurgo è arrivata l’«high tech» che consente, oltre ai risultati, di rendere questi interventi sempre più sicuri, efficaci ed adatti alle caratteristiche anatomiche peculiari del singolo paziente.
Giovedì, come detto, al Santa Maria del Carmine il primario Fabrizio Cortese - affiancato da Domenico Mercurio e Maria Pia Pasquali - ha effettuato per la seconda volta l’intervento di protesi di caviglia con tecnica «custom made», cioè fatta su misura.
«L’utilizzo di questi strumentari all’avanguardia permette una precisione chirurgica impossibile da raggiungere con le tecniche tradizionali. - spiegano i medici - Le immagini della Tac del paziente eseguita a Rovereto prima dell’intervento vengono inviate negli Stati Uniti, dove grazie alla collaborazione tra ingegneri americani e chirurghi trentini, si ricreano le superfici articolari degenerate dall’artrosi e su queste vengono prodotte, con una stampante 3D, le guide per tagliare l’osso. I tagli eseguiti in maniera precisa e personalizzata per quel singolo paziente consentono di impiantare la protesi prescelta come un abito su misura».
I primi risultati riportati dall’equipe roveretana sono sicuramente incoraggianti. «Soprattutto ci fanno rendere ancora più ottimisti sulle possibilità che la medicina offre ai pazienti, anche in caso di patologie molto gravi e debilitanti come l’artrosi di caviglia. Questa nuova metodica dà nuove speranze al malato in cui lo stato di avanzamento della patologia non permette più di beneficiare dell’utilizzo di tecniche riparative e rigenerative della cartilagine, ormai già consolidate all’ortopedia di Rovereto».
A differenza di anca e ginocchio, l’artrosi che colpisce la tibio-tarsica interessa soprattutto pazienti sportivi che abbiano avuto in passato un episodio traumatico (distorsioni ripetute o fratture). In una regione come la nostra ad alto tasso di popolazione sportiva è fondamentale avere professionisti in grado di affrontare tali patologie sia nelle fasi iniziali che negli eventuali esiti a distanza.
Insomma, una novità nel panorama medico nazionale che viene offerta perlopiù ai tanti appassionati di sport, sia a livello agonistico che amatoriale. Operazioni di questo tipo, con il supporto di esperti di ingegneria medica a stelle e strisce, saranno il futuro della «ristrutturazione» degli atleti. Un’eccellenza che si affianca, sempre parlando di sport, al Cerism.