Matrimoni religiosi al minimo storico Lo scorso anno sono stati solo venti

di Chiara Zomer

Una città sempre più vecchia e multietnica, dove ci si sposa sempre meno, e quasi mai in chiesa con solo 20 matrimoni religiosi in un anno.

È questa la fotografia di Rovereto che emerge dall'annuario statistico. Se quindi l'urbe ha sfondato il tetto dei 40 mila - al 31 dicembre 2018 i roveretani erano 40.135 - lo si deve cioè non tanto ad un incremento di nascite, quanto ad un'immigrazione un po' dall'estero e un po' dal resto del Trentino. Un dettaglio - soprattutto quello legato agli stranieri - di cui tanti si sono ormai accorti.

Soprattutto se ne sono accorte le coppie giovani, con figli piccoli. Perché la comunità del futuro la si può ben immaginare guardando un asilo nido: nella fascia sotto i 5 anni d'età, un bimbo su 5 è straniero. Ma ecco, guardando nel dettaglio i numeri, cosa sta accadendo all'ombra della Quercia.

Soglia 40 mila. Ci si è arrivati, e si è andati oltre. Gli iscritti all'anagrafe sono 40.135, di cui oltre la metà femmine (21.007 «contro» 19.128). In un anno si cresce (+ 150 unità) grazie al movimento migratorio, che ha un saldo positivo: la differenza tra chi è arrivato e chi se n'è andato è di 232, a favore dei «nuovi arrivati».

Che, per altro, sono tanti: 1.635 persone, mentre a scegliere un altro comune sono stati 1403. Un flusso migratorio che, per altro, interessa il territorio regionale: più del 50% di chi arriva viene da comuni del Trentino Alto Adige, il 15,91% proviene dall'estero. Decisamente meno positivi i saldi, al netto dell'immigrazione. I morti nel 2017 sono stati 403, i nati 325: l'aumento di culle che pur c'è stato rispetto al 2017 (erano 311) non è neppure lontanamente sufficiente a coprire i numero di decessi. In sintesi: senza gente che arriva da altrove - che sia il Marocco o la vicina Mori - non si cresce. Anzi, si cala in modo costante.

Matrimoni, unioni, vedovanza. Che sia una scelta o un accidente della vita, dipende dai singoli casi. Certo sono sempre di più (quasi la metà) coloro che decidono di non vivere in coppia o comunque di non ufficializzare la propria unione con un matrimonio. I celibi/nubili sono il 42,28% (in crescita rispetto al 2017), gli sposati sono il 42,48% (in calo).

Quanto alle convivenze di fatto sono state 19 (in calo), mentre sono 21 le persone iscritte all'anagrafe roveretana unite civilmente: 13 maschi e 8 femmine. I matrimoni sono stati 98, di cui 78 civili e solo 20 religiosi (-5%).

Crescono, seppur di poco, i divorziati (4,18%), mentre calano i vedovi (6,56%). E in quest'ultimo insieme di persone, rimane costante la differenza abissale tra maschi e femmine, che poi è differenza di aspettativa di vita. I vedovi sono 425, le vedove 2208: una forbice che la dice lunga sull'aspettativa di vita dei due sessi. E infatti di centenari Rovereto è abbastanza ricca: ma le 10 che hanno superato il secolo di vita sono tutte donne.

Sempre più vecchi. I roveretani sono sempre più vecchi. L'età media è di 44,70 anni (era di 44,40 nel 2017), nel 1990 era di 39,70 anni. E probabilmente in questo dato c'è tutto il declino dell'Occidente. E giusto per rincarare la dose, se non ci fossero gli stranieri l'età media a Rovereto salirebbe a 46,10 anni.

Circoscrizioni, vince la Centro. È sempre il cuore della città, il rione più popoloso, con 9.513 persone (il 23,7% della popolazione totale), ma è anche il rione con il numero maggiore di anziani. Cresce la circoscrizione Sacco San Giorgio, la seconda per residenti. Mentre se si guarda alle parrocchie, «vince» Sacco, con 5.583 e, a seguire, San Giuseppe-San Rocco (5.192 fedeli).

«Nuovi» italiani. Sono tanti: 264 in un anno (negli ultimi 10 anni sono stati 2.544). La maggior parte sono naturalizzazioni, minoritari gli acquisti di cittadinanza per matrimonio.

I nomi. Cambiano le mode. Oggi i bimbi si chiamano Alessio, Filippo, Leonardo e Antonio. Quanto alle bambine vanno alla grande Emma, Giulia, Sofia e Camilla. E i cognomi? Su tutti Fait, Manica, Potrich, Setti e Manfrini. 

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