Casa, mercato vivace ma prezzi ormai al minimo

di Matthias Pfaender

Nonostante l'emergenza Covid ed il perdurare degli effetti della crisi economica generale (che a Rovereto ha morso più in profondità che nel resto del Trentino) il mercato immobiliare di Rovereto è, a detta dei protagonisti del settore, molto animato. Si vendono ed affittano molte case ed appartamenti. Una vivacità che però non riflette un settore in salute. Perché il valore degli immobili su Rovereto ha raggiunto il minimo storico. Il 2021 potrebbe vedere un leggero rialzo della quotazioni, ma sarebbe eventualmente una crescita "tecnica" e non il segno di una ripresa organica del settore, dato da molti osservatori in profonda crisi. Semplicemente, nel prossimo anno dovrebbe fare sentire i suoi effetti il crollo dell'edilizia, che ormai dura da diversi anni: da troppo tempo non si costruisce più, e nel 2021 ci si troverà con una domanda di case superiore all'offerta. Da qui il preventivato rimbalzo tecnico dei prezzi.

I SOLDI. Ma, come detto, il mattone su Rovereto è in sofferenza. Secondo l'osservatorio del portale "Immobiliare.it" a ottobre scorso per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti in media 1.983 al metro quadro. Un aumento dello 0,61% rispetto a ottobre 2019, ma un crollo rispetto al massimo raggiunto nel corso degli ultimi otto anni: ad agosto 2012 le case di Rovereto erano vendute a 2.357 euro al metro quadro. Ampia la forbice tra le varie zone della città. Se il mese scorso per una casa in centro storico e Santa Maria si chiedevano mediamente 2.186 euro al metro quadro, in zona industriale e Lizzana ci si accontentava di 1.681 euro. Seguono, nella classifica dei quartieri più ambiti, l'area "centro nord", che si estende da Corso Rosmini allo Stadio Quercia (richiesti in media 2.090 euro al metro quadrato) e Lizzanella (2.017 euro).
Dinamica opposta per il mercato degli affitti. Se nel giugno del 2017 (valore minimo degli ultimi otto anni) si chiedevano 7,1 euro di affitto per metro quadro, nello scorso ottobre la richiesta era di 8,7 euro. «Con i prezzi bassi lavoriamo moltissimo - commenta Marco Calzà della Mondo Casa -. Moltissimi gli stranieri che comprano, visto che spesso hanno difficoltà maggiori nel trovare da affittare».

EFFETTO COVID. L'emergenza Covid ha cambiato radicalmente moltissimi aspetti della vita di tutti. Ed anche il mercato immobiliare è stato coinvolto. A cominciare dalle richieste di chi cerca casa da comprare o affittare. La presenza di un giardino, uno spazio verde, di una terrazza o almeno di un balcone abitabile (che consenta in pratica di metterci almeno un tavolo e quattro sedie) è sempre più un parametro imprescindibile. «È una dinamica che era in essere da tempo - commenta Giuliano Cipriani della Leone immobiliare di via Rialto - ma che ora è in costante crescita. Il mercato generalmente è buono in ogni quartiere della città, e gli acquirenti sono sia trentini che stranieri, o persone che vengono da fuori per motivi di lavoro». «Ma la richiesta resta sempre per il centro storico e la primissima periferia - sottolinea Ivan De Nicola della Home Service Italia di corso Bettini -. Ma comunque il confronto con altre città, come Trento o Verona, è disarmante».

IL CASO ROVERETO. Come detto, un alto numero di compravendite non riflette uno stato di salute del mercato. Un mercato che non può non riflettere la crisi di reddito generale vissuta dal tessuto sociale roveretano. «Da questo punto di vista - analizza De Nicola - la differenza con Trento è enorme. Lì la presenza di tanti dipendenti del settore pubblico, dalla Provincia all'università, è evidente. Sono persone che negli ultimi dieci anni non hanno subito minimamente gli effetti della crisi, contando su un reddito costante e garantito. Cosa che Rovereto non ha. Quindi qui non si costruisce più da tanti anni, e si vendono sempre gli stessi immobili. Sul fronte degli affitti invece la crisi più grave è quella del commercio: gli spazi vuoti, anche in aree fino a qualche anno fa appetibili, sono sempre di più. E non vedo segnali di un prossimo cambio di questa tendenza. Anche i grandi marchi e le catene nazionali o internazionali hanno smesso di considerare Rovereto una piazza competitiva. La crisi del commercio del centro storico è figlia di troppi anni di politiche sbagliate, dal proliferare dei centri commerciali in periferia alla mancanza di attrattive turistiche vere, come è stato il Mart di dieci anni fa, all'epoca della Phillips Collection, o come sembrava essere tornato con la mostra del Caravaggio. Rivedere le code fuori dal Mart è stato veramente bello. Peccato l'abbiamo fatto chiudere per forza».

CANTIERI FERMI. La "leggenda" di tantissimo nuovo invenduto su Rovereto è, appunto, una leggenda. «Ogni tanto leggo dei "mille appartamenti invenduti" a Rovereto - commenta Calzà - ma è qualcosa che non sta in piedi. È falso. Chi vende a prezzi di mercato, oggi, vende al 100%. Ci sono tanti appartamenti vuoti, ma è un discorso diverso. Tanta gente preferisce tenere un immobile vuoto e non affittarlo, nell'attesa che il mercato si rialzi. Ma parlare di mercato fermo è proprio sbagliato. Anzi, nel 2021 credo vedremo i primi effetti del blocco dei cantieri».

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