Rovereto: vandali scatenati, spaccata per un chilometro la recinzione del Lungoleno
Siamo alle solite: la pista ciclopedonale lungo il Leno, tra la statale e le Zigherane, è ormai in pianta stabile uno sfogatoio per vandali di ogni tipo. Ancora una volta - ed è la quinta nell’ultimo biennio - i soliti ignoti hanno pensato bene di rompere la staccionata che protegge il percorso per bici e pedoni dal torrente. Stavolta, rispetto al passato, si tratta di un «lavoro» in grande stile con un chilometro di palizzata divelto per puro divertimento. Perché altrimenti non si spiega questo assurdo raid che, oltre a costare, rende meno sicura la passeggiata.
A segnalare l’accaduto, come in passato del resto, è il consigliere circoscrizionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Di Spirito. «Mentre facevo la mia solita corsetta lungo il Leno mi sono imbattuto in uno scenario vergognoso. Vedo la palizzata di legno tutta spaccata dal ponte delle Zigherane al ponte di ferro sulla ferrovia in via Abetone. Ed è un chiaro atto di vandalismo. Ora mi domando, come cittadino prima e come politico poi, come sia possibile, dopo tante segnalazioni, che si registri l’ennesimo episodio».
Di Spirito, oltre alla staccionata rovinata, ricorda i ripetuti blitz contro gli specchietti retrovisori delle macchine e le gomme tagliate sempre nell’area tra la piscina e i giardini di via Dante. «Abbiamo chiesto più volte al Comune di installare delle telecamere e quanto avvenuto la notte scorsa conferma l’urgenza di presidiare l’area. Questo non vuol essere un attacco all’amministrazione ma un serio invito a prendere atto di questo triste problema. Ci auguriamo vivamente che vengano installate le telecamere lungo il Leno ma anche in altri angoli della città che i vandali prendono spesso di mira. Penso, ad esempio, al Follone ma anche al centro storico. Siamo consapevoli che adesso i problemi siano altri ma abbiamo purtroppo capito che i vandali non hanno rispetto per niente e per nessuno. Queste azioni vanno punite e chi amministra deve assumersi la responsabilità di salvaguardare i beni pubblici».
I danni provocati lungo il Leno, come detto, si ripetono ormai a cadenza quasi calendarizzata. E il «souvenir» è desolante, con un paesaggio deturpato in uno dei tratti più frequentati dai cicloturisti di passaggio in Vallagarina e dai cittadini che pedalano, corrono o semplicemente camminano. Ma soprattutto una situazione di pericolo. Perché in quel punto la staccionata non è messa solo per bellezza: serve a proteggere i ciclisti da eventuali cadute. E chi cade lì finisce nel Leno.
Queste azioni scriteriate, secondo gli educatori, sono alimentate dal Covid. In che senso? Per Fabiano Lorandi dell’associazione Ubalda Girella, «questo tipo di vandalismo legato a gruppi giovanili è aumentato nella stagione del Covid. È chiaro che sarebbe necessario fare una riflessione su queste aumentate manifestazioni di aggressività per fortuna solo sulle cose. E anche la poca capacità di sentirsi responsabili in un momento difficile per tutti nella cura dei beni comuni».
Lorandi, citando Galimberti, parla di «ospite inquietante», il nichilismo. «I dubbi, le angosce, le incertezze sul futuro che viviamo tutti, anche noi adulti, i giovani le vivono in maniera esponenziale. Il futuro appartiene a loro e questo, di fronte a regole, richiami anche moralisti ma legittimi, mette in campo la difficoltà a sopportare la frustrazione. Penso che sia questa la ragione di questi aumentati vandalismi».
Che fare, dunque? «Aumentare, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, gli interventi educativi ma anche questo cozza contro la difficoltà di relazioni tra persone».
Il destino, insomma, sembra segnato. «Non posso essere ottimista. Fino a quando non si torna in un’approssimazione di normalità la cosa risulta difficile. Da questo punto di vista sarebbe importante che ci fosse assunzione di responsabilità anche da parte di adulti cittadini qualunque. Una delle povertà più rilevanti da marzo in poi è quella educativa. Spero e auspico che la commissione consiliare sull’emergenza tenga in considerazione questo discorso sulla povertà educativa e formativa e trovi soluzioni».