Rovereto / La crisi

Negozi, il Covid fa le prime 13 vittime. Dal patto Comune-banche mutui anti-crisi per 6 milioni

L'anno del Covid fa le prime vittime tra le piccole imprese del commercio e del terziario, le più colpite dalla crisi. A fine 2020 in città si contano 758 negozi rispetto ai 771 di fine 2019. In arrivo i prestiti agevolati per le piccole aziende: gli interessi per cinque anni a carico del municipio

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di Francesco Terreri

L'anno del Covid fa le prime vittime tra le piccole imprese del commercio e del terziario, le più colpite dalla crisi. A fine 2020 in città si contano 758 negozi rispetto ai 771 di fine 2019.

Al conto ne mancano 13.

Il dato di oggi è il più basso degli ultimi quattro anni: da allora sono state abbassate 26 serrande, pari ad un calo del 3%.

Di esse, quindi, la metà ha chiuso nell'anno della pandemia. Nel caso dei pubblici esercizi, siamo a 211 bar e ristoranti, stabili o in leggero aumento rispetto agli ultimi anni. «Ma ci sono molti esercizi che sono in difficoltà e che domani possono chiudere - afferma l'assessore comunale alle attività produttive Giuseppe Bertolini - Le stime parlano del 20-30% di imprese a rischio».

Con l'avvio della zona rossa, commercio e pubblici esercizi subiscono un nuovo colpo. Bar e ristoranti restano appesi all'asporto, come già in zona arancione. Tanti negozi invece devono chiudere.

Sono aperti supermercati, alimentari, negozi di elettronica, informatica, ottica, librerie, cartolerie, profumerie, farmacie, articoli igienico-sanitari, articoli sportivi, ferramenta, giocattoli. Ma si trovano con molto meno giro di persone.

Ieri il mercato del martedì si è svolto in versione ridotta perché le nuove regole valgono anche per il commercio ambulante.

«Dai 150 banchi soliti, ne restano 23 - precisa la responsabile dell'ufficio attività produttive del Comune Susanna Bonisolli - quelli alimentari, dei florovivaisti e dei produttori agricoli. Pur essendo un mercato all'aria aperta, abbiamo fatto in questi mesi diverse modifiche per garantire la sicurezza».

In questo quadro, i ristori che arrivano da Roma e da Trento, come ha ricordato il presidente dell'Unione Commercio Marco Fontanari, restano insufficienti.

Così si è mossa anche l'amministrazione comunale. L'ultima iniziativa è l'accordo in via di definizione con le banche locali, Casse rurali e altre banche regionali, per 6 milioni di euro di nuovi mutui agevolati alle piccole aziende, in cui gli interessi per cinque anni li paga il Comune.

«Le imprese stavano cominciando a uscire dal tunnel della crisi del 2008 quando è arrivata questa nuova mazzata - afferma Bertolini - Bisognerebbe essere chiari nei confronti degli imprenditori: l'incertezza è peggio della certezza negativa. Invece un anno dopo l'inizio della pandemia siamo ancora ad aperture e chiusure comunicate di volta in volta».

Per Bertolini «gli imprenditori sono esasperati, hanno necessità di lavorare. Qualcuno dice che chiuderà definitivamente ma è uno sfogo. Stanno facendo di tutto per andare avanti».

Perciò il Comune ha preso delle iniziative anti-crisi in prima persona. «Lo scorso agosto abbiamo fatto un bando per riqualificare le attività commerciali e i pubblici esercizi - ricorda Bertolini - Il Comune dava un contributo massimo di 40mila euro, per un totale di 1 milione di euro. Alla fine abbiamo ammesso tutte le 107 domande e a inizio anno abbiamo erogato il 20% del contributo».

L'aiuto a fondo perduto ha mobilitato investimenti complessivi per 3 milioni di euro (l'Adige del 2 gennaio).

Ora parte l'iniziativa sui mutui, per i quali c'è una bozza di protocollo consegnata alle banche locali e sono in corso i contatti. Bertolini ci lavora con la dirigente Simonetta Festa.

«Il Comune si fa carico di interessi e commissioni annue con uno stanziamento di 210mila euro - spiega l'assessore - I mutui sono a cinque anni con un plafond massimo previsto di 100mila euro. Possono essere chiesti da esercenti, commercianti, artigiani. Il Confidi Trentino Imprese (di cui Bertolini è presidente ndr) fa da garante». Con questa operazione si possono mobilitare fino a 6 milioni di euro di nuovi mutui.

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