Ex Ariston, Spinelli annuncia una facoltà di «medicina tecnologica», il Comune freddo: «E lo studentato?»
Il Rettore Deflorian cauto: «E’ un progetto a medio o lungo termine», ed Olivi incalza: «Si decidano, è il gioco delle tre carte, solo annunci»
ROVERETO. Il progetto dell'assessore provinciale Achille Spinelli di portare sull'area ex Ariston una facoltà di medicina tecnologica trova il consenso convinto del nuovo rettore dell'università di Trento Flavio Deflorian. Che nel coinvolgimento della città della Quercia per far crescere ulteriormente l'ateneo ci vede davvero una risorsa. Ma non convince il Comune di Rovereto che aveva già chiesto – in quell’area – uno studentato universitario. E soprattutto è un progetto molto lontano dal divenire, «solo un annuncio» tuona il consigliere provinciale Olivi.
Il Rettore Deflorian è ottimista, ma cauto: «Quello che stiamo facendo a Rovereto è creare un terzo polo che si occupi di sviluppare nuove imprenditorialità e collaborazione con le imprese, un legame sempre più stretto tra formazione e aziende. Già funzionano bene il polo industriale in Meccatronica e quello "green" in Manifattura; ora tocca al polo delle scienze della vita che sarà un punto di riferimento anche per le startup che nascono. Sarà un terzo incubatore per avviare attività formative».
I tempi di attuazione, però, saranno lunghi. «Come università, adesso, siamo impegnati a far partire e crescere il corso di laurea in medicina. Quando questo progetto sarà ben consolidato si discuterà del tema delle specialità in collaborazione con l'Azienda sanitaria».
Ma il corso di laurea in medicina tecnologica, ancorché lontano nel tempo, è un'ipotesi concreta? «Certo. Ripeto, in questo momento non abbiamo in cantiere altre ipotesi ma ci affascina il tema della medicina tecnologica. In proposito abbiamo già parlato con Humanitas che collabora con il Politecnico di Milano».
Gli spazi lasciati vuoti dall'Ariston, tra l'altro, farebbero all'uopo vista anche la vicinanza proprio con Meccatronica. «Con l'assessore Spinelli si parlava di questo come luogo ideale, come del resto tutta l'area di Rovereto, perché già qui si fa ricerca. Al momento non è un progetto dietro l'angolo ma una seria prospettiva di medio-lungo termine. Nel breve periodo, come detto, saremo impegnati a mantenere l'attenzione sulla scuola di medicina».In attesa di novità importanti - e la laurea in medtec decisamente lo sarà - l'ateneo trentino si tiene comunque stretta Rovereto. «Nella città della Quercia vogliamo portare sempre di più la presenza dell'università e confermo che mecicina tecnologica sarà un progetto a medio-lungo termine. E sarà un percorso che si affiancherà e valorizzerà quello di medicina tradizionale. Prima, però, dobbiamo creare basi solide per quanto già avviato».In attesa dello studio delle sale operatorie del futuro, comunque, ci sono in cantiere interventi a breve o brevissimo tempo. «Stiamo lavorando per sviluppare l'ambito di ricerca e collaborazione con le imprese del territorio. Se questo si tradurrà in attività formativa ben venga; penso anche ad attività di collaborazione con l'ordine dei medici e con le aziende». L'eventuale arrivo di medicina tecnologica, assicura infine il rettore, non sarà solo un centro ricerca ma, «andassimo convinti nella direzione dell'alta tecnologia medica, con figure ibride tra tecnologi e medici, potrebbe portare attività formative in città.
In Comune però c’è malumore e scetticismo, soprattutto nell'assessore comunale e vicesindaco Giulia Robol, diretta interessata in quanto a deleghe, che vede di buon occhio la proposta ma rimane allibita sul versante studentato. «É strano che Spinelli dica che lo studentato non si farà all'ex Ariston perché era stata proprio la Provincia a dirci di costruirlo su quel sito. A noi sembrava troppo decentrato. Tanto più che il progetto è stato inserito nelle richieste di finanziamento inserite nel recovery fund. A questo punto ci dicano se lo studentato è ancora un'opera da realizzare».
Sulla proposta di un corso di laurea in medicina tecnologica, comunque, la vicesindaco vede positivo. «Ben venga anche se come Comune non sapevamo niente. Comunque siamo disponibili a qualunque tipo di confronto su un investimento del genere a Rovereto anche se, ripeto, non avevo inteso, all'incontro tra le due giunte, che ci fosse un'idea così concreta. Cercherò di capire i dettagli. Investire in un'università, d'altro canto, fa parte del nostro programma ma mi piacerebbe sapere cosa succede anche su tutto il resto. Serve un piano d'azione condiviso per il ruolo di Rovereto dentro lo sviluppo. Se Spinelli riflette su un percorso universitario con ricerca e didattica, però, siamo disponibili anche se ci piacerebbe conoscere gli step». Caustica è invece la replica del consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi. «Il tema di un'area di ricerca che si colloca come collegamento tra le scienze della vita, medicina avanzata, e meccatronica è assolutamente attuale. Mi sono confrontato anch'io con il rettore ed è una pista su cui investire. Ma il problema è che si tratta ancora una volta di annunci: in tre anni di amministrazione provinciale ci sono stati zero euri e zero mattoni. E una città come Rovereto non può essere in preda agli annunci; Meccatronica, Manifattura e Ariston: è il gioco delle tre carte».
La scelta dell'ex Ariston, poi, convince ancora meno. «Mi pare ci sia confusione all'orizzonte. Non dobbiamo partire dal fatto che abbiamo degli spazi da riempire in modo un po' casuale, facciamo trasmigrare le ipotesi da un sito all'altro come se fosse un problema di riempire un condominio. Se la giunta ha già deciso che in via Zeni non ci andranno né l'Itt Marconi né il Cfp Veronesi, cosa ospiteranno questi laboratori? Non è meglio dare un contenuto a ciò che la Provincia ha svuotato?».