Monsignor Lauro Tisi: «No al dio denaro. La felicità è nella forza generativa del “grazie”»
È l’amara considerazione dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nell’omelia della s. Messa per la festa patronale di Maria Ausiliatrice, in questo 5 agosto, nella chiesa di San Marco a Rovereto
ROVERETO. Non è solo colpa del Covid se oggi “manca speranza, langue la fiducia, il futuro è avvolto da nuvole minacciose, ma di un "sistema” dove il valore condiviso, attorno a cui si struttura la vita, purtroppo è il denaro, percepito non come strumento di scambio economico, ma come fine e obiettivo della nostra esistenza”.
È l’amara considerazione dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nell’omelia della santa Messa per la festa patronale di Maria Ausiliatrice, in questo 5 agosto, nella chiesa di San Marco a Rovereto.
Commentando le parole di Gesù nel Vangelo “Non si può servire Dio e il denaro”, don Lauro segnala un “cortocircuito che non dà tregua: appena soddisfatto il bisogno già si comincia ad attendere la prossima novità”.“Domandiamo – è l’invito di monsignor Tisi – di avere gli occhi di Maria, per accorgerci che la vita non può essere terreno di festa, finché essa ruoterà attorno al dio denaro. Come può essere felice un essere umano senza tempo per le relazioni, gli affetti, il gratuito?”. Secondo l’Arcivescovo, “a tenere in piedi la nostra vita, dal primo all’ultimo giorno, è la forza generativa del ‘grazie’. Dal vagito della nascita sino al respiro finale, la gratitudine non è mai scontata o superflua. Il “grazie” marca la differenza, libera creatività, forza, inventiva e sogni. Al contrario del denaro, che costringe a ripetere stancamente lo stesso, monotono, triste rituale”.
“Chiedo oggi a Maria – conclude don Lauro – di aiutare non solo la comunità roveretana, ma l’intera Diocesi a ritrovare il vino nuovo dell’Assemblea eucaristica domenicale, dando vita a celebrazioni festose, dove sperimentiamo la gioia di incontrarci condividendo la forza bella della Parola e la fragranza di un Pane che ci fa percepire gli altri come tesoro prezioso, anfora di vita.”
Alla santa Messa per la festa patronale roveretana (con posti per i fedeli contingentati nel rispetto delle norme anti-Covid) prendono parte i sacerdoti della città e le pubbliche Autorità. Alle 18 è prevista la lettura del Voto e l’offerta del cero votivo da parte del sindaco Valduga; a seguire la processione, che si concluderà in piazza san Marco con la benedizione da parte dell’arcivescovo Lauro.