Un vallotomo contro le esondazioni, studio di fattibilità della Provincia per salvare l'area di Val di Riva
Il presidente Fugatti ha presentato i primi dati al sindaco Valduga: il sorgerà sull'argine ovest dell'Adige e sarà finanziato con i fondi del Pnrr. In questo modo si cercherà di evitare il ripetersi di disastri come quelli del 2018
ROVERETO. Potrebbero diventare un ricordo gli allagamenti e le inondazioni dell'Adige in Val di Riva. Se, come tutto lascia credere, la Provincia realizzerà un vallotomo per alzare un secondo argine per contenere le piene del fiume e mettere in sicurezza le abitazioni.
Per il momento si è nella fase dello studio di fattibilità, che è stato presentato all'amministrazione roveretana in occasione dell'incontro fra il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e il sindaco Francesco Valduga risalente a un paio di settimane fa.
Le cifre non sono ancora note. Ma i costi sono senza dubbio elevati.
Con tutta probabilità si aggirano nell'ordine di svariate centinaia di migliaia di euro visto che il finanziamento sarà con i fondi del Pnrr. Sul piano più tecnico il progetto sarà realizzato dall'Ente servizio bacini montani che, oltre alle analisi specifiche, ha valutato le diverse ipotesi di intervento.Come si ricorderà, l'area era stata inondata dall'Adige durante la tempesta Vaia nell'ottobre del 2018, costringendo all'evacuazione in piena notte i 65 residenti e causando parecchi danni alle case e ai beni.
Ma non si tratta soltanto di eventi eccezionali.
Infatti più di recente, a fine agosto del 2020, il sindaco Valduga aveva disposto la chiusura della ciclabile, temendo la piena del fiume arrivata a soli venti centimetri dall'argine.
Un problema, in altre parole, che si affaccia minaccioso ogni volta che un'alluvione causa un aumento della portata del fiume. Perciò vale la pena di ripercorrere le tappe ravvicinate di questa iniziativa provinciale. Un paio di anni fa nell'ambito della risposta ad un'interrogazione presentata dal consigliere Giorgio Leonardi (FI), la giunta provinciale aveva preso l'impegno di progettare degli interventi di messa in sicurezza in via Val di Riva.
Poi nello scorso luglio la giunta aveva, tramite l'assessore provinciale all'agricoltura e foreste Giulia Zanotelli, assicurato: «Gli interventi da mettere in atto per contenere la pericolosità dell'Adige in località Val di Riva terranno conto dell'assetto delle aree esondabili e dei beni da proteggere per entrambe le sponde del fiume».
In un secondo momento, sulla base degli esiti degli approfondimenti eseguiti con lo studio di fattibilità, saranno forniti al Comune di Rovereto i livelli idrometrici del fiume Adige per l'aggiornamento del Piano di gestione dell'emergenza alluvionale.
In effetti la macchina amministrativa sembra essersi messa in moto.
Il dipartimento della protezione civile ha già proposto la messa in sicurezza di Val di Riva nell'elenco degli interventi come opera a favore della «resilienza del territorio al dissesto idrogeologico e il contrasto ai cambiamenti climatici».
Oltre al fatto che sono arrivate rassicurazioni da Trento in merito alla possibilità di utilizzare i nuovi argini come percorso ciclo-pedonale alternativo rispetto a quello che si sviluppa oggi lungo la via Val di Riva.
Al momento lo studio di fattibilità prevede un intervento per costituire la messa in sicurezza della ciclabile, raccordandola con un secondo argine sopraelevato di contenimento. «Abbiamo tutti nella memoria - commenta Daniela Beccari, consigliere circoscrizionale di Sacco e residente in Val di Riva - le scene del 2018 con Vaia ma anche l'alluvione del 2020. Le cantine e gli orti dei residenti erano completamente sommerse dall'acqua. Però sapere che la Provincia ha disposto un intervento ci dà una sensazione rassicurante».