Rovereto: i filtri nuovi non funzionano, la piscina comunale rischia lo stop per tutta l'estate
Si è aperto un contenzioso legale fra la ditta che ha eseguito i lavori e la fabbrica: una controversia in tribunale che rischia di allungare i tempi di consegna dell’impianto
ROVERETO. La piscina comunale di via Udine da circa un lustro è al centro di una ristrutturazione complessa per renderla più ospitale ma soprattutto più «risparmiosa» in termini di efficienza energetica. I lavori, di fatto, sono completati ma, a due mesi dall'apertura esterna del lido, si rischia di dover rimandare a casa gli astanti pronti ad assaltare il prato e le vasche.
Motivo? I filtri dell'acqua, sostituiti da poco, non funzionano. E all'orizzonte, neanche troppo lontano, si profila una causa civile che potrebbe dilatare i tempi impedendo, come detto, di offrire il relax estivo urbano ai roveretani.
Proprio per evitare il peggio e arrivare in tempo per l'inaugurazione a scuole finite, il Comune ha deciso di «infilarsi» nel contenzioso tra aziende (la ditta che ha eseguito i lavori e quella che ha fornito i materiali contestati) in modo da accelerare il più possibile la sostituzione del sistema di filtraggio.Il primo impegno sarà mercoledì in tribunale per l'atto di accertamento tecnico preventivo. La società Fd srl (che ha realizzato l'opera) ha chiesto infatti al giudice di nominare con un urgenza un consulente super partes per accertare e quantificare il danno.
Un passaggio necessario per capire di chi sia la colpa e quindi intervenire rapidamente per poter aprire la piscina a giugno. Perché l'impresa che ha coperto l'appalto punta il dito contro la società Fci spa da cui ha acquistato i prodotti. E dal tribunale, come detto, si aspetta la nomina di un perito per capire le cause del malfunzionamento del sistema di filtraggio dell'acqua delle piscine comunali, l'esistenza e l'esatta natura dei difetti eventualmente riscontrati nei materiali forniti nonché la quantificazione dei costi per la sostituzione dei medesimi.
Il ricorso, ovviamente, è stato notificato alla Fci in qualità di fornitrice dei filtri sotto accusa ma l'ha pure girato al Comune in quanto committente. E palazzo Pretorio, temendo di dover bloccare un servizio molto atteso dai cittadini (il lido di via Udine, appunto), ha evidenziato l'opportunità della propria costituzione nel procedimento tecnico cautelare per rappresentare adeguatamente e puntualmente l'aspettativa e lo specifico interesse pubblico alla tempestività degli interventi di ripristino dei sistemi di filtraggio in modo da assicurare l'apertura dell'impianto natatorio per l'inizio della stagione estiva.
D'altro canto è stato lo stesso ufficio tecnico a contestare la sussistenza di difetti di costruzione nella fornitura e posa dei letti filtranti e, non a caso, aveva diffidato l'appaltatrice Fd a provvedere urgentemente alla loro sostituzione, prospettando l'intervento diretto del Comune ovviamente con addebito di spese in caso di inottemperanza e paventando la materializzazione di notevoli danni economici per l'amministrazione in caso di mancata agibilità del centro natatorio per l'inizio della stagione estiva, lasciando di fatto intendere la conseguente richiesta di risarcimento danni.
Si è così arrivati al rimpallo delle responsabilità e a chiedere ad un giudice di nominare un consulente per dirimere la questione. Ma il Comune ha fretta e ha quindi incaricato il proprio ufficio legale di rappresentare opportunamente all'interno del procedimento tecnico la primaria esigenza dell'amministrazione di garantire la fruibilità al pubblico del centro natatorio fin dall'avvio della stagione estiva, coniugando le tempistiche per lo svolgimento dell'accertamento tecnico preventivo con le esigenze di tempestivo ripristino della funzionalità del sistema di filtraggio dell'acqua così da salvaguardare la regolare apertura estiva delle piscine di via Udine.