Si fa spedire la droga a casa di mamma: il pacco con 1,5 chili di marijuana intercettato dalla Finanza
Il giovane roveretano, 26 anni, ha ordinato una partita di stupefacenti negli Stati Uniti e tramite Fedex l’ha fatta recapitare alla madre che abita nel Veronese
ROVERETO. Pensava che far arrivare la droga, via corriere, a casa dalla mamma non avrebbe destato alcun sospetto. Donna irreprensibile, con nessun precedente penale e nemmeno una multa per divieto di sosta, al figlio pareva una ghiotta occasione per farsi spedire il «fumo» e andare a recuperarlo durante una visita di cortesia alla genitrice.
Il giovane (M.B., 26 anni di Rovereto) non ha però fatto i conti con i rigidi controlli messi in atto negli aeroporti italiani per intercettare il traffico internazionale di stupefacenti. Il pacchetto con oltre un chilo e mezzo di marijuana, infatti, è stato «annusato» all'area cargo della Malpensa e poi consegnato al destinatario non già dalla Fedex ma dalla guardia di finanza. Quando all'arrivo dell'involucro «apparentemente» anonimo il ragazzo l'ha preso in mano scono così scattate le manette ai polsi.
E ieri il gip di Verona (la mamma abita a Vigasio) ha confermato la custodia cautelare concedendo gli arresti domiciliari proprio nell'abitazione della madre.Ma andiamo con ordine. Il «mariuolo» roveretano, tempo fa, ha pensato bene di ordinare della «maria» online e farsela spedire dagli Stati Uniti. Ovviamente il rischio di intercettazione era alto e quindi ha fornito come indirizzo non già il suo di Rovereto ma quello della mamma che abita nel Veronese.
Il sacchettone opportunamente abbigliato in maniera anonima è stato inviato tramite Fedex che ha come hub per le merci in Italia l'aeroporto milanese di Malpensa. L'acquirente, però, non conosce le norme che regolano i viaggi dei colli dagli States al resto del mondo. Che, per capirci, si basano su protocolli rigidissimi. E così, quando l'aereo cargo della Fedex ha toccato l'italico suolo, quel pacco è stato controllato dagli addetti della Federal Express Italy.
Che, manco a dirlo, all'interno hanno trovato tre sacchetti sottovuoto contenenti in totale un chilo e mezzo di marijuana. Anziché sequestrare la merce, però, gli addetti del cargo hanno segnalato la scoperta alla Finanza che si è presa carico della consegna a domicilio. Gli agenti delle fiamme gialle, in altre parole, hanno preso il posto dei corrieri e hanno suonato a casa della signora B. a Vigasio, ovviamente all'oscuro di tutto.
A raccogliere il pacco c'era proprio il ragazzo. Che ha firmato la ricevuta di consegna - che contemplava il pagamento dei diritti doganali - e a quel punto è stato arrestato con l'accusa di importazione di sostanze stupefacenti. Le Finanza, ovviamente, non si è limitata a portare in carcere il giovane ma è arrivata a Rovereto per perquisire il suo appartamento. Dove è stato trovato e sequestrato un bilancino di precisione.Per la procura di Verona, M.B. sarebbe «ben introdotto nel traffico di sostanze stupefacenti».
E all'udienza di convalida il gip Luciano Gorra ha ritenuto sufficiente il quadro accusatorio per trattenere agli arresti il giovane. La quantità di «erba» contenuta nel pacco, le modalità di reperimento e di spedizione e, chiaramente, il bilancino per confezionare le dosi hanno spinto il magistrato ad «escludere che la marijuana sia per uso esclusivamente personale».Per la difesa, sostenuta dall'avvocato Massimo Dal Ben, il ragazzo si sarebbe semplicemente prestato per un favore ad un amico conosciuto al bar che gli avrebbe chiesto di accettare un pacco in arrivo dagli Usa. Una tesi che è sembrata davvero poco credibile.