Giovani imprenditori di Rovereto puntano su un negozio di sex toys: «Le persone hanno bisogno di coccolarsi. E poi c'è bisogno di fare sesso»
Il piacere è sdoganato e la pruderie superata: «soprattutto giochini, ma il cliente sa che cosa vuole». Con la concorrenza dell’online? «Ma il mercato è aumentato del 200% con la pandemia»
ROVERETO. I «sex toys» sono definitivamente sdoganati: oggi gli accessori per il piacere (maschile e femminile) si trovano non solo online, ma anche in vendita nelle grandi catene di profumerie e moda. E fra le giovani generazioni è scomparsa quella pruderie maliziosa dei loro padri. Oggi il diritto al piacere è una realtà ed una esigenza. Senza vergogna.
Lo sanno due giovani roveretani che hanno deciso di aprire un sexy shop al Leno Center. E sono certi che farà reddito. Intanto alla festa di inaugurazione c'era il pienone. «Noi ci crediamo in questa attività. - rilancia Luciano Peroni, 25 anni, che con la compagna Vanessa Consolati (30 anni) ha inaugurato sabato pomeriggio il "Miss Bonny" - Le statistiche e le analisi di mercato ci consentono di essere speranzosi».
Ma davvero può funzionare un sexy shop a Rovereto? «Ne sono convinto. E poi qui non c'è altra concorrenza. Le coppie sono curiose e hanno bisogno di animare la propria attività». Le vendite online, Internet su cui si trova di tutto, non sono un ostacolo? «No, affatto. Certo, con l'avvento del Covid sono decisamente aumentate le vendite online ma non sono un problema».
In periferia, come Rovereto, c'è però un certo pudore ad entrare in un negozio che vende articoli erotici. Non è un rischio? «Una volta forse, adesso speriamo che la gente sia più disinibita. Al di là di questo, però, abbiamo pensato di installare distributori automatici aperti anche di notte e, ovviamente, siamo attivi con le vendite online»
.Ma cosa cerca il cliente di un sexy shop? «Dipende dai periodi e dalle zone. Nelle aree sdoganate, penso alle grandi città, comprano di tutto. Gli intenditori, d'altro canto, sanno cosa acquistare e vanno a colpo sicuro e senza remore».
E gli altri? I, diciamo così, neofiti? «Giochini, soprattutto. Ce ne siamo accorti durante la pandemia: c'è stato un aumento vertiginoso di sex toys acquistati online, parlo del 200%».
C'è un motivo? Parliamo di autoerotismo o di cosa? «No, il discorso è più banale: con l'aumento della crisi qualsiasi lusso va bene, viene comperato. Le persone, in epoche di incertezza, hanno bisogno di attaccarsi a qualcosa, di coccolarsi. E poi c'è bisogno di fare sesso».
Ma c’è di più. «Stiamo lavorando per aprire uno sportello con sessuologi per spiegare il sesso. Vogliamo creare un punto dove trovare competenze per avere risposte».
Non solo sex toys, quindi?«I sex toys, ok. Il sesso, però, è divertimento ed è anche terapeutico. Per questo ci sono dei percorsi ad hoc. Io, non a caso, voglio diventare proprio sessuologo» spiega Peroni.