Tiziano, un roveretano all'asta record: “Venere e Adone” venduta a 13 milioni di euro
Gli studi di Thomas Dalla Costa utilizzati da Sotheby’s per valutare l’opera. L’intervista al 42enne, roveretano, membro dell'Accademia degli Agiati, che ha lavorato come Curatorial Fellow presso la National Gallery di Londra ed è uno dei più affermati studiosi del Maestro bellunese
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ROVERETO. Se un'opera di Tiziano ha raggiunto livelli stratosferici ad un'asta da Sotheby's a Londra lo si deve anche ad un roveretano. Non che lui ne sia il compratore («ma quando mai me la posso permettere una cifra del genere...?») o abbia provato a contendersela con qualche altro potenziale acquirente, ma grazie ai suoi studi ha contribuito ad attribuire con certezza la paternità di "Venere e Adone" dipinta poco dopo la metà del Cinquecento.
L'opera è stata aggiudicata per un valore di 11,2 milioni di sterline, pari a 13 milioni di euro. Questo è il secondo prezzo più alto realizzato per qualsiasi opera di mano del grande artista veneto del Rinascimento e a questo risultato (base d'asta all'incirca di 8 milioni di sterline) hanno indubbiamente influito le analisi ed i risultati delle indagini svolte da Thomas Dalla Costa, 42 anni, roveretano, membro dell'Accademia degli Agiati, ha lavorato come Curatorial Fellow presso la National Gallery di Londra ed è uno dei più affermati studiosi del Maestro bellunese, autore di saggi e pubblicazioni tra cui il suo libro del 2019 "Venere e Adone di Tiziano. Storia, cultura e società tra Venezia e l'Europa (Marsilio)".
Dalla Costa nel suo studio ha riconosciuto le qualità dell'opera ideata e sviluppata dallo stesso Tiziano ed ha fornito una chiara testimonianza della mano dell'artista. La paternità del Maestro del Cinquecento ha trovato un ampio consenso tra gli studiosi soprattutto a seguito discussione sulle opere di Tiziano dopo la mostra "Titian's Vision of Women" del Kunsthistorisches di Vienna del 2021- 2022.
Parliamo di una rappresentazione di "Venere e Adone": quante versioni se ne trovano ancora nei musei di mezzo mondo?
Una dozzina, di tipologia e qualità diverse a seconda della "presenza" del Maestro rispetto ai suoi allievi di bottega, ne troviamo al Prado di Madrid, piuttosto che al J. Paul Getty Museum di Los Angeles, alla National Gallery di Londra, o al Metropolitan Museum of Art di New York. Il soggetto rappresentato dai due personaggi è quello che Tiziano replica di più nella sua carriera.
Ma perché la versione venduta da Sotheby's ha raggiunto una quotazione così elevata?
A parte il fatto che sono rarissime le opere di Tiziano in mano ai privati che possono finire sul mercato, il dipinto battuto a Londra era stato esposto a Vienna in occasione della mostra"Titian's Vision of Women" per la quale avevo scritto un saggio, pubblicato sul catalogo, che ha destato interesse tra gli esperti della casa d'aste londinese. I quali poi hanno voluto approfondire le ricerche attraverso il mio volume, che investiga tutta la serie di "Venere e Adone", ne spiega la nascita, illustra le varie versioni attraverso un'indagine storico-culturale, e ne chiarisce in sostanza le ragioni del successo.
E cosa è emerso dai suoi studi?
Che, ad esempio, l'opera venduta poco fa è la più completa tra le varie versioni perché contiene una scenetta racchiusa nel bosco in cui si vede un cinghiale che, incornando Adone all'inguine, ne provocherà poi la morte per dissanguamento. Ma non basta questo per dire che la mano di Tiziano è preponderante rispetto a quella di chi aveva a bottega, di chi ha svolto un lavoro preparatorio per la realizzazione del quadro, un processo collaborativo assolutamente comune negli atelier artistici dell'epoca.
Quali elementi sono stati evidenziati grazie alle sue indagini?
Le analisi svolte con strumenti particolari, seguite da nuovi studi e approfondimenti anche sulla composizione della pellicola pittorica e sulla tecnica esecutiva, hanno dimostrato che c'è un coinvolgimento diretto di Tiziano rispetto alle altre versioni considerate più di bottega. Il libro rivaluta il lavoro svolto dal Maestro e lo mette in una luce nuova. E questo è avvenuto in tempi recenti. Basti pensare che l'opera battuta a Londra, poco studiata tra lo scetticismo e le perplessità di alcuni studiosi che in precedenza l'avevano vista principalmente in fotografia, è rimasta invenduta in un'asta di Christie's a New York nel 1998 quando si partiva di una cifra sui 2 milioni di euro.
Poi sono arrivate le tecnologie a supportare i suoi studi…
Utilizzando gli infrarossi ed i raggi X e compiendo analisi sulla composizione chimica dei colori e degli strati della pittura è stato dimostrato che il dipinto è coerente con la produzione di Tiziano negli anni 1556-1557. Inoltre sono visibili dei cambi, dei pentimenti e delle correzioni eseguiti da Tiziano su disegno preparatorio. Il coinvolgimento diretto di Tiziano è innegabile, la sua mano in questo dipinto è significativa: solo il capo bottega poteva intervenire con delle modifiche sui lavori preparatori. La pennellata di Tiziano la vedi inequivocabilmente nelle figure di Venere e di Adone.
Lei, assieme ad altri studiosi, ha avuto il merito di far salire le quotazioni: quanto le sono fruttati i suoi studi?
A me personalmente nulla, rispetto la vendita, ma ho avuto un incarico di consulenza anni or sono dai precedenti proprietari, incarico che sostanzialmente ha poi portato alla pubblicazione del volume. È stato anche grazie a quella pubblicazione e alla mia specializzazione in arte rinascimentale italiana che ho poi avuto la possibilità di lavorare per due anni presso una delle migliori pinacoteche del mondo, la National Gallery di Londra, e sono stato chiamato a scrivere altri saggi relativi a Tiziano, uno dei più grandi maestri di tutti i tempi. Alla fin fine è forse questa la più grande ricompensa.