L’avvocato Ballardini lancia l’allarme: «Rovereto rischia di perdere il tribunale»
Le riforme della giustizia varate dagli ultimi due governi (Draghi e Meloni) mettono ancora una volta a rischio la sopravvivenza del palazzo di Giustizia: sconta da sempre le ridotte dimensioni e, ciclicamente, è potenziale oggetto di tagli o accorpamenti
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ROVERETO. La riforma della giustizia del governo Draghi (riforma Cartabia) e del governo Meloni (Nordio) mettono ancora una volta a rischio la sopravvivenza del tribunale di Rovereto, che sconta da sempre le ridotte dimensioni e, ciclicamente, è potenziale oggetto di tagli o accorpamenti in nome del risparmio.
Ne è convinto l'avvocato Enrico Ballardini, presidente della "Arg" (Associazione roveretana per la giustizia), sodalizio che da più di trent'anni si occupa in generale di approfondire i temi di cultura giuridica (riforme) e in particolare si interessa del tribunale di Rovereto.
Avvocato, che futuro si prospetta per il Tribunale di Rovereto?
«A distanza di un anno dalla precedente assemblea la situazione si è, se possibile, ancor più complicata. L'anno scorso ci interrogavamo sulle possibili riforme. Oggi la riforma Cartabia del processo civile è realtà».
Cosa comporta questo per il tribunale di Rovereto?
«Il problema per il nostro tribunale risiede nella progressiva erosione di competenze. Dal basso, verso il giudice di pace, che vede elevata la propria competenza per valore, dinamica che sarà acuita dal definitivo incremento delle competenze che dovrebbe entrare a regime nel 2025».
Cosa cambia per i cittadini?
«Al cittadino in effetti che il giudice di pace sia competente per cause relative a beni mobili di valore non superiore a 10mila euro invece che a 5mila, come in precedenza, o per controversie per danni prodotti dalla circolazione di veicoli e di natanti fino a 25mila, in luogo della precedente competenza fino a 20mila, cambia poco. Il travaso di competenze incide però sul numero di affari trattati dal tribunale. Quando nel 2025 la competenza del giudice di pace sarà di 30mila euro per le cause relative a beni mobili e di 50mila in materia di Rca, al tribunale di Rovereto verrà a mancare una buona percentuale di cause».
Ma un numero ridotto di cause potrebbe però contribuire al miglioramento del lavoro dei magistrati?
«La qualità del lavoro espressa dal tribunale di Rovereto è già eccellente; il pericolo che intravedo è che se i numeri del tribunale dovessero scendere sotto una certa soglia, a qualcuno potrebbe venire la tentazione di chiuderlo».
È l'annoso problema che ha ispirato la stessa costituzione della vostra associazione.
«Esatto. Purtroppo l'associazione non ha modo di intervenire nei processi di riforma che vengono pensati e varati a livello centrale, a Roma. Anche le istituzioni del territorio subiscono le riforme nazionali. La Regione, la Provincia, il Comune di Rovereto, che è nostro socio, possono fare leva sull'interessamento dei parlamentari di cui dispongono; ma la verità è che la sopravvivenza del tribunale di Rovereto interessa solo ai roveretani e più in generale alla popolazione del basso Trentino».
La difesa del tribunale è un tema da campagna elettorale?
«Certo. Qui si parla solo di orsi, lupi e sanità, ma senza una giustizia efficiente la qualità di un territorio scema. È ora che chi si accinge a chiedere la conferma al governo provinciale e chi si candida a cimentarvisi, si esprima sulle sorti del tribunale di Rovereto. Per la nostra comunità è un tema cruciale».
Ci sono altre criticità a valle delle riforme ormai entrate in vigore?
«Direi di sì, purtroppo. Non mi trovo a mio agio nel ruolo di uccello del malaugurio, ma non posso essere ottimista se le nubi che si ammassano all'orizzonte minacciano pioggia. Prendiamo per esempio il diritto di famiglia; c'è una forte volontà del governo, ma anche degli stessi magistrati, a far trattare la materia da giudici specializzati che debbono occuparsi esclusivamente di quel tipo di cause. Per ora abbiamo un rito unificato in materia di persone minorenni e famiglie. Ma quando dal 2024 avremo il "Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie" come giocherà il riparto degli affari fra la sezione distrettuale, a Trento, e quella circondariale, a Rovereto? Fintantochè la riforma non sarà legge, non potremo saperlo, ma temo che a Rovereto perderemo un'altra fetta di processi, con conseguente corteo di disagi che vi si accompagna».
Le cause di famiglia del basso Trentino potrebbero migrare a Trento?
«È una prospettiva possibile, che sarebbe a mio modo di vedere da evitare. Si creerebbe un ingolfamento del lavoro del tribunale del capoluogo a discapito di tutti. Quindi se il tribunale di Rovereto resta aperto, ma le cause migrano altrove - giudice di pace o tribunale del capoluogo, poco importa - alla lunga si affievoliscono le possibilità di giustificarne la stessa esistenza».