Doppio cognome ai neonati, a Rovereto rivoluzione mancata
La possibilità di dare entrambi i nomi di famiglia è stata introdotta nel giugno scorso. Al 31 dicembre 2022, nella città della Quercia sono nati 117 bambini, solo 17 hanno avuto il doppio cognome. E solo in due casi, il primo cognome è quello della madre
ROVERETO. Doppio cognome ai nuovi nati. È passato poco più di un anno dalla sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito la possibilità per i neogenitori di dare ai figli entrambi i propri cognomi, o anche solo quello della mamma, e non più automaticamente quello del padre soltanto. Una novità che all'epoca fece parlare di un grande passo in avanti verso la parità uomo-donna. Ma, stando ai dati, la "rivoluzione" nella culla non c'è stata.
Gli ultimi numeri disponibili, per quel che riguarda Rovereto, sono riferiti al solo 2022. Dal primo giugno, primo giorno successivo alla pubblicazione del testo integrale della sentenza della Corte costituzionale, al 31 dicembre 2022, nella città della Quercia sono nati 117 bambini. Solo in 17 casi i neogenitori hanno optato per dare al pupo entrambi i loro cognomi. E solo in due casi, il primo cognome è quello della madre. Numeri alla mano, si è scelto di approfittare della nuova normativa solo nel 14% dei casi.
Un flop? Non necessariamente. Perché in fondo i numeri di Rovereto sono più o meno nella media nazionale (a Milano ha scelto per il doppio cognome il 19% delle coppie di neogenitori, a Bologna il 12%, solo per citare due esempi); e perché bisogna fare la tara del mancato aggiornamento, da parte del Parlamento, della normativa generale, nonostante le sollecitazioni in tal senso arrivate da più parti.
Si può dire che ad oggi da Roma, in supporto a questa nuova decisione, non si è mosso nulla. Non sono stati modificati i regolamenti di operatività di anagrafe e stato civile, riversando diversi problemi tecnici sui singoli uffici, ed anche sugli stessi genitori, che peraltro arrivano al fatidico momento della scelta del nome e cognome del bebé senza aver avuto prima alcuna forma di educazione civica dedicata.
Tanto che la presidente dell'associazione "Rete per la Parità" Rosanna Oliva de Conciliis è tornata recentemente a chiedere ai «presidenti, segretari e capigruppo della commissione Giustizia delle due Camere di inserire all'ordine del giorno le proposte presentate all'inizio di questa legislatura sul tema del doppio cognome». E chiede che non ci siano «ulteriori ritardi ad aggravare una situazione di mancata parità, nei fatti, prevista dall'articolo 3 della Costituzione».
Era stata del resto la stessa Corte costituzionale, contestualmente alla pubblicazione della sentenza, a chiedere che il Parlamento si occupasse «con urgenza» delle leggi che avrebbero dovuto recepire il provvedimento, indicando i principi da seguire e chiarendo alcuni degli aspetti e dettagli derivanti dall'applicazione della sentenza. Per esempio, sarebbe stato necessario regolamentare l'eventuale moltiplicazione dei cognomi man mano che le persone con il doppio cognome avranno figli, così come l'eventuale differenza tra fratelli o sorelle con un cognome diverso.