Omicidio di Mara Fait, Shehi Zyba capace di intendere e volere: è imputabile
L’udienza con il consulente del giudice: l’albanese dichiarato capace di intendere e di volere e quindi andrà a processo. Il 48enne per la prima volta in tribunale accanto al figlio della vittima
ROVERETO. Per la prima volta Ilir Shehi Zyba, in carcere da reo confesso per l'omicidio di Mara Fait, martedì 17 ottobre si è presentato in tribunale a Rovereto. Udienza fissata davanti al giudice per le indagini preliminari, Consuelo Pasquali, per discutere la perizia psichiatrica eseguita su di lui dal consulente nominato dal tribunale, il professor Ermanno Arreghini che lo ha sentito più volte in carcere assieme agli specialisti Fabio Bonadiman (incaricato dall'avvocato difensore Franco Busana), Carlo Andrea Robotti (nominato dalla pm Viviana Del Tedesco) e Anna Palleschi (scelto dal legale di parte civile Nicola Canestrini).
L'esito? Ilir Shehi Zyba, 48 anni, è imputabile, è capace di intendere e volere e quindi andrà a processo e non è socialmente pericoloso. Il prossimo passo sarà quello del rinvio a giudizio. Per la prima volta dalla sera del 28 luglio scorso, giorno dell'assassinio dell'infermiera 62enne in pensione, si sono trovati vicini Ilir Shehi Zyba e Lorenzo Giori, il figlio di Mara Fait. Loro vicini di casa lo sono stati a lungo, ma da quella sera l'albanese è stato in carcere per uscirne martedì, scortato dal personale della polizia penitenziaria. Giori, invece vive ancora nella casa di Noriglio, passando ogni giorno davanti al luogo dove sua madre è stata uccisa a colpi di accetta. Tornando all'udienza, il giudice ha preso atto delle conclusioni del consulente.
La perizia serviva innanzitutto per stabilire la capacità di Shehi Zyba di stare a processo e quindi la sua capacità di intendere e volere. Passaggio fondamentale, questo, per l'intero procedimento. L'udienza è durata quasi due ore con la presentazione del lavoro fatto sul detenuto da parte del dottor Arreghini e poi gli interventi degli atri periti nominati dalle parti e quindi le precisazioni e gli interventi da parte degli avvocati e del pubblico ministero.
Per il consulente del giudice l'arrestato è capace di intendere e di volere e quindi è imputabile. Conclusione in linea con quella di Palleschi mentre per i periti nominati dalla procura e della difesa nell'uomo sarebbe ravvisabile un incapacità di volere. Ma di questo di parlerà al processo. Fra gli interventi quello del legale di parte civile, Nicola Canestrini, che ha sottolineato come questo deve essere il processo per Ilir Shehi Zyba, accusato di omicidio e non il processo alla vittima, Mara Fait. L'avvocato Franco Busana, difensore di Shehi Zyba ha presentato intanto una nuova memoria difensiva con nuovi temi d'indagine per aprire ad ulteriori approfondimenti da parte della procura.