Il sogno di Edvin Picalli, circense di professione: a 15 anni era già nel Circo nazionale albanese
Con la moglie ha fondato una compagnia (Vertik and Dance) nel territorio di Rovereto. Molti gli artisti che arrivano anche dall’estero per dare vita a grandi spettacoli: «Il nostro è un circo contemporaneo che mescola le arti circensi tradizionali con il teatro e la danza»
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ROVERETO. Per anni era stato il sogno amato e accarezzato dal padre, che ancora ragazzino immaginava un futuro da acrobata tra barre russe, trampolini elastici e trapezi. Poi, però, il lavoro in tipografia per mantenere la famiglia lo aveva allontanato dal mondo delle arti circensi. Ma quel sogno infranto ha ripreso forma grazie al figlio, Edvin Picalli, che ora festeggia il trentesimo anno da artista circense professionista.
Nato in Albania, entrato nella scuola del Circo di Tirana a soli 7 anni, a 15 anni era già membro del Circo nazionale albanese. Dapprima specializzato in clownerie e acrobazia, è arrivato in seguito a conoscere e praticare perfettamente tutte le tecniche circensi: trapezio, acroporteur, bascula, trampolino elastico, antipodismo, barra russa, verticalismo, acrobatica aerea. Picalli oggi ha una compagnia - la Vertik and Dance - che conta 56 artisti italiani e stranieri, fondata a Rovereto nel 2016.
«All'inizio eravamo solo cinque persone, ma negli anni si sono aggiunti molti artisti di diverse provenienze, anche spagnoli e tedeschi, che contribuiscono con le loro professionalità». Gli spettacoli della compagnia circense roveretana vengono portati frequentemente in tournée in tutta Italia, con qualche tappa all'estero, tra Montecarlo, Svizzera e Albania. Nel mese scorso, con la moglie Rajmonda e gli artisti della compagnia, Picalli ha concluso un ciclo di sette date nei teatri della Vallagarina.
Che spettacoli proponete?
La nostra compagnia porta in scena performance di circo contemporaneo che mescolano le arti circensi tradizionali con il teatro e la danza. Questa è la nostra formula e vediamo che al pubblico piace molto. Nel 2019, al nostro debutto al teatro Zandonai, abbiamo fatto sold out per due date consecutive. Una soddisfazione enorme per noi.
Come è stata accolta la vostra proposta circense in Vallagarina?
All'inizio è stato un azzardo. Era il 2011 quando siamo arrivati in Trentino con il circo contemporaneo. Una novità, perché prima qui non esisteva nemmeno. Il circo di solito viene definito come arte di strada o arte da tendone: all'inizio non è stato nemmeno facile portarlo nei teatri.
Come ci si avvicina alle arti circensi?
Noi proponiamo dei corsi per chi è incuriosito o interessato a provare. Anni fa avevamo una sede alla Tecnofin, ma nel 2018 abbiamo dovuto sgomberare. Ora non abbiamo ancora trovato uno spazio alternativo qui in città e così mia moglie sta tenendo i corsi di acrobatica aerea a Ronzo Chienis. Le nostre corsiste sono arrivate alle competizioni mondiali di danza aerea, ottenendo una medaglia d'argento e una medaglia di bronzo.
Come è andata la rassegna nei teatri della Vallagarina?
Abbiamo avuto un buon riscontro di pubblico in ogni data. Siamo stati al teatro Santa Maria, al teatro di Lizzana, al teatro alla Cartiera. Il Rosmini, chiuso da un anno, ha riaperto per noi. Poi naturalmente siamo stati al teatro Zandonai.
Anche i vostri figli sono avviati alle arti circensi?
Certo, i nostri figli sono già appassionati. Aila, che ora ha 12 anni, si allena da quando ne ha due e mezzo. Matteo, 9 anni, si è dedicato prima al pianoforte e di recente ha iniziato con la ginnastica ma è avviato anche alla recitazione. Mia moglie e io ci alleniamo regolarmente tre o quattro ore al giorno, gestendoci tra il lavoro e i figli.
Avete quindi altre attività?
È molto difficile vivere di sola arte. Io lavoro anche come metalmeccanico e mia moglie fino a qualche tempo fa lavorava in una pasticceria mentre ora si occupa a tempo pieno dei corsi di acrobatica aerea.