Rovereto: la cena romantica finisce male, schiaffo e denuncia per rapina
La notte tra due uomini termina davanti alla polizia, con uno che accusa l’altro perché voleva i soldi della prestazione. In mezzo un malrovescio e la minaccia con un coltellino. Il difensore ha smontato diverse accuse
ROVERETO. Una serata piacevole fino a mezzanotte quando, in breve tempo, è successo di tutto tanto che la vicenda è finita in tribunale. Con un cubano accusato di tentata rapina, lesioni, minacce, furto e resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto - tranne la resistenza - contro il suo amante. Una serie di reati che avrebbe potuto portare ad una condanna di diversi anni e che si è risolta con una pena a cinque mesi e 10 giorni e sospensione condizionale. Il punto di partenza è l'incontro fra due uomini.
Che si conoscono e si frequentano ma accanto all'attrazione fisica, al piacere di stare insieme, ci sarebbe stata anche la componente economica. Il tempo del cubano, insomma, andava in qualche modo remunerato o con regali o con banconote.
Questa la premessa che porta ad una serata d'estate in cui i due si incontrano. L'appuntamento è per cena e inizia e prosegue bene. Tra i due c'è armonia e le ore trascorrono piacevolmente. Ma a mezzanotte cambia tutto. Quale sia stata la causa di questo cambiamento non è chiaro ma la tensione sale.
Il cubano avrebbe chiesto del denaro per il suo tempo. Da un'iniziale richiesta di 500 euro era sceso via via fino ad arrivare a 100 ma ricevendo sempre un "no" dall'altro. Un rifiuto che avrebbe "armato" la mano del primo che avrebbe quindi colpito l'amante con uno schiaffo in pieno viso. Ci sarebbero state quindi delle minacce che sarebbero state anche fisiche. Nel senso che il primo avrebbe preso un coltellino serramanico dell'altro e glielo avrebbe mostrato con il chiaro intento di far paura. Ed è questo il racconto che la vittima ha fatto pochi minuti dopo ai poliziotti.
Poche parole per mettere in fila una serie di reati: la tentata rapina, determinata dalla richiesta di denaro, le lesioni per lo schiaffo (5 giorni di prognosi refertati in pronto soccorso), il furto del coltellino e quindi la minaccia. Ma manca l'accusa di resistenza. Sì perché quando la vittima di tutto questo ha deciso di andare in polizia a denunciare quello che aveva subito, ci è andato con l'amante. Che, chiamato a rispondere di quanto gli veniva contestato dagli agenti, aveva dato in escandescenza. Questo il racconto che è arrivato davanti ai giudici.
Con l'avvocato del cubano, Alessio Giovanazzi, che è riuscito a smontare gran parte dell'impianto accusatorio. Dalla tentata rapina che non c'era visto che il loro rapporto era anche di tipo economico, al furto che non c'è stato visto che il coltellino è stato ritrovato nello stesso luogo dove era stato lasciato. Caduta anche l'accusa di minacce, il cubano alla fine è stato condannato per lo schiaffo (e quindi per lesioni) e per la resistenza a pubblico ufficiale.