Doccia in piscina con temperature impazzite: acqua gelida o bollente, la ditta incaricata non interviene
La protesta degli utenti dell’impianto natatorio roveretano: «Da mesi la situazione è fuori controllo. Siamo costretti ad andare a Trento o ad Ala, ma chi ci rimborsa l’abbonamento?». Il Comune conferma l’esistenza del problema: «Nonostante i solleciti nulla si è mosso»
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ROVERETO. Non ci sono vie di mezzo: o l'acqua delle docce gelata tanto da battere i denti oppure è bollente con il rischio di ustioni. Gli utenti dell'impianto natatorio protestano, la società gestrice avvisa il Comune, gli uffici tecnici intervengono tempestivamente, ma la ditta incaricata di risolvere il problema non dà segni di vita.
Davvero imbarazzante e paradossale la situazione in cui versa la piscina di via Unione. Con il risultato che gli utenti scelgono altri impianti in cui nuotare: Ala o Trento. E per il Comune oltre alla perdita di appassionati sportivi deve fare i conti anche con un danno di immagine: «Nonostante le mille sollecitazioni non sappiamo più che pesci pigliare...» dicono sconsolati a palazzo Podestà.
A sollevare il caso del servizio docce inaccessibili «a rischio congelamento o ustioni» è una combattiva bisnonna che in piscina, come lei tiene a sottolineare, ci va «per salute: questa è la mia medicina. E come me sono tanti gli anziani che se non tutti i giorni, tre o quattro volte la settimana vanno in piscina per cercare di stare in forma. Fino a che stai in vasca a nuotare diciamo che va anche bene, ma il bello (o meglio il brutto) arriva quando ti devi fare la doccia con l'acqua che esce o troppo calda o troppo fredda. E non c'è verso di regolare la temperatura. Sa allora cosa fanno tanti miei compagni di nuoto? Che lasciano la piscina di Rovereto per andare a Trento o ad Ala. Ma io - conclude l'arzilla anziana - non ci sto: ho pagato l'abbonamento ed esigo che venga offerto un servizio come si deve. O mi rimborsano l'abbonamento per la parte che non posso utilizzare o si decidano subito a rimediare».
Facile a dire, più difficile, molto più difficile, fare... Perché il problema non è nuovo per gli uffici tecnici comunali ai quali la signora («devo dire che sono stati cortesi») si è rivolta. Infatti c'è una determina, datata 20 febbraio, che parla chiaro in merito all'affidamento dei lavori di sostituzione di alcune parti delle centraline di controllo del sistema di gestione/programmazione del riscaldamento e della produzione dell'acqua calda sanitaria. Si tratta in sostanza di due schede elettroniche da sostituire a carico del Comune visto che si tratta di lavori di manutenzione straordinaria.
Intervento che una ditta del Milanese (produttrice dell'impianto installato) «si è resa disponibile ad eseguire verso un corrispettivo pari ad euro 4.583 oltre Iva (in totale 5.591,26 euro ndr) come preventivo di data 15 dicembre 2023 depositato agli atti». Ma come mai da oltre un mese (quando sono stati affidati i lavori) la ditta in questione non si è mossa? Eppure nella determina si legge inoltre che «l'intervento dovrà essere eseguito entro 15 giorni dalla data di ricevimento del presente provvedimento...».
Parole al vuoto, visto che il problema non è stato ancora risolto... «Ad oggi, e stiamo parlando ad un mese e mezzo di distanza dalla determina, ancora la ditta non si è mossa. Abbiamo mandato una decina di mail ma senza ottenere risposta. Una cosa incredibile...Nell'ultima mail che abbiamo scritto - puntualizzano dal Comune - abbiamo sollecitato l'intervento almeno mandandoci le centraline perché stiamo creando un gravi danni dal punto di vista gestionale ma anche di immagine all'amministrazione comunale. E noi non possiamo mettere mano all'impianto... Solleciteremo di nuovo perché non si può rimanere "ostaggio" di una ditta...»