Giustizia / Procedimento

Omicidio di Noriglio: com'è possibile che uno uccida la vicina a colpi d'ascia e prenda solo 12 anni

La sentenza per Ilir Zyba Shehi, caduta l’aggravante, si è spianata la strada agli sconti di pena, con ulteriore bonus dalla riforma Cartabia: passo per passo, com’è andata in Tribunale
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di Matthias Pfaender

ROVERETO. Da un possibile ergastolo, a soli 12 anni. Per omicidio. Il destino giudiziario di Ilir Zyba Shehi l'altro giorno, tra i corridoi e le aule del tribunale di Rovereto, è mutato in poche ore.

L'esito finale del processo di uno dei peggiori casi di cronaca degli ultimi anni, ha lasciato di stucco tanti roveretani. E non solo. La sproporzione percepita tra l'orrore consumatosi a Noriglio la scorsa estate con l'esiguità della pena ha stupito e indignato, sia per strada che sui social. Nonostante la legge, e non è scontato sottolinearlo, sia stata seguita alla lettera.

La richiesta di rinvio a giudizio firmata dalla procura (fascicolo cointestato al procuratore Canova e al sostituto Del Tedesco) prevedeva un'imputazione da ergastolo potenziale. Al 48enne veniva infatti contestato di aver assassinato la vicina di casa Mara Fait, quasi decapitandola tre volte con un'accetta fra capo e collo, con l'aggravante dei futili motivi.

L'omicidio sarebbe stato quindi, secondo i pm, la conseguenza di una serie di problematiche condominiali legate all'utilizzo di parti comuni, alla realizzazione di una ringhiera, all'uso dei posti auto. Fatti che hanno portato, nel corso degli anni in cui la famiglia Fait e la famiglia Shehi hanno abitato nello stesso edificio di Noriglio, ad una serie di denunce e contro denunce. Questo il quadro all'interno del quale sarebbe maturato il brutale assassinio.

Omicidio aggravato, e quindi processo in corte d'assise, nessuna possibilità di accedere a riti alternativi e una potenziale condanna al carcere a vita. Ma il percorso che sembrava segnato, non c'è stato. Mercoledì mattina, nel corso dell'udienza preliminare, l'avvocato difensore di Shehi, Franco Busana, ha sollevato un'eccezione proprio sull'aggravante legata ai "futili motivi".

Un ragionamento che è stato accolto dal giudice Fabio Peloso, che ha chiesto alla procura di riformulare il capo d'imputazione. Il risultato? Tolta l'aggravante, si è aperta la porta ai riti alternativi, esclusi solo se il reato contestato prevede come possibile pena l'ergastolo.Il difensore ha subito chiesto di accedere all'abbreviato, che comporta uno sconto di pena di un terzo.

Alle 16 la sentenza: condanna a 12 anni, con il riconoscimento anche delle attenuanti generiche. Per sapere le motivazioni che hanno portato il giudice a prendere questa decisione bisognerà attendere 45 giorni. Ma la pena per Shehi potrebbe ulteriormente abbassarsi.

La riforma Cartabia infatti prevede una sorta di doppio sconto. Se l'imputato sceglie il rito abbreviato (incassando un primo sconto di un terzo della pena) e non fa appello, riceve un ulteriore sconto (il secondo) pari ad un sesto della pena. Nel caso pratico, la pena definitiva per l'omicidio di Mara Fait potrebbe quindi essere di dieci anni. Di cui uno già scontato.

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