Rovereto / L'addio

L'ultimo abbraccio commosso a Roberto Rigotto, commerciante e calciatore indimenticabile

Oggi pomeriggio, lunedì 8 ottobre, nella chiesa della Sacra Famiglia il funerale di una figura molto nota in città, che si è spenta venerdì scorso all'età di 82 anni. Una pagina di storia cittadina: da pochi mesi aveva chiuso, dopo oltre 40 anni, il suo negozio di abbigliamento in via Paoli, in precedenza aveva calcato da professionista i campi della serie A e della B

ROVERETO. Oggi pomeriggio, lunedì 8 ottobre, l'ultimo abbraccio a Roberto Rigotto, commerciante molto noto a Rovereto e ricordato anche come ex calciatore di serie A e B, scomparso a 82 anni.

Il funerale si è svolto nella chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto, molte persone si sono strette attorno ai familiari, per un ultimo, commosso ricordo di una figura che molti hanno conosciuto da vicino nei lunghi anni che hanno visto Rigotto dietro il bancone del suo negozio di abbigliamento all’angolo tra via Paoli e via Pavani.

È stata una vita lunga e intensa quella di Rigotto, che aveva festeggiato pochi giorni fa i suoi 82 anni. Il primo compleanno da pensionato vero visto che a fine giugno aveva abbassato per sempre le serrande di “Rigotto sport”.

Un luogo dove acquistare oggetti ma anche vivere l’emozione di chiacchierare con una persona che era finita nell'album dei calciatori della Panini. In tanti ricordano lui e la moglie Alice indaffarati a servire i clienti con una gentilezza e una professionalità che resteranno per sempre nella memoria.

Ma il lutto tocca anche il mondo dello sport e del calcio in particolare. Come la società del Rovereto che ha dedicato a Rigotto parole piene di affetto e riconoscenza. «Il presidente Carlo Schönsberg, unitamente a tutti i dirigenti, allenatori, giocatori e sostenitori del Football Club Rovereto - si legge sul post su Facebook - intende manifestare la propria vicinanza alla famiglia di Roberto Rigotto, scomparso a 82 anni nella giornata di venerdì.

Classe 1942, Rigotto era sbarcato a Rovereto proprio per indossare la casacca bianconera - contribuendo alla storica promozione in serie C del 1963, con un fantastico bottino di 17 reti - e nella città della Quercia conobbe pure la moglie Alice Fait. Grazie di tutto Roberto, la città della Quercia e tutti i tifosi delle zebrette non ti dimenticheranno».

In via Paoli molti arrivavano anche per l’emozione di vedere in carne e ossa quella che per anni era stata una figurina dell’album dei calciatori della Panini. Rigotto, infatti era finito nelle raccolte come negli annuari di diverse squadre e si era guadagnato anche uno spazio su Wikipedia. Si era formato con le giovanili della Lanerossi Vicenza (fino al 1962) per passare poi al Rovereto (1963), quindi con Solbiatese (1964 e 1965) e Reggina in serie B (1966 e 1967) per passare poi all’Atalanta arrivando quindi alla massima serie.

«Me lo ricordo bene. Il mio esordio in serie A - aveva raccontato a l’Adige Rigotto - fu al San Paolo di Napoli, contro Sivori. Allo stadio c’erano 80mila spettatori. Per i primi quindici minuti non riuscii a toccare la palla. Ero come bloccato. Poi, per fortuna, ho iniziato a giocare». Il primo gol in A arriva però solo qualche partita più tardi come raccontava Rigotto: «Fu contro la Sampdoria, un’azione in mischia. È stato un gol decisivo. Segnare è uno sfogo, ci si esalta come non mai. L’urlo dei tifosi, l’abbraccio dei compagni. Se poi accade nel massimo campionato diventa indimenticabile».

L’Atalanta quell’anno si salvò con ampio anticipo, ma Roberto Rigotto cambiò maglia. Due stagioni al Livorno in serie B, altre due col Genoa sempre nel campionato cadetto. Quell’anno la sfida con il Santos di Pelè. Sonora sconfitta (7 a 0) ma Rigotto, un’ala portata all’attacco, era in panchina e l’emozione fu tanta. Poi la Salernitana (dove sfiora la promozione in B), Sorrento, Pescara, Martina Franca, Badia Polesine.

Fino al ritorno in terra trentina, che l’ha accolto nel 1977 per non lasciarlo più. Gioca nel Mori per tre anni nel campionato di Promozione, quindi il ritorno al Rovereto, ma questa volta da allenatore. La squadra vince il suo campionato ed approda in Interregionale. Rigotto viene riconfermato alla guida dei bianconeri, ma dopo qualche mese lascia l’incarico e appendendo scarpette e chiodini al muro del suo negozio di via Paoli.

Negozio dove ha continuato a lavorare con passione e gioia fino a pochi mesi fa. Venerdì la tragica notizia della sua improvvisa morte, un dolore immenso per moltissime persone e oggi, un forte abbraccio affettuoso per una figura di primo piano nella storia della città.

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