Cooperazione / Progetti

L'odissea dell'associazione che aiuta l'Africa: dalla Regione non arrivano più i soldi promessi

Atout African Arch.it, formata da architetti, ha realizzato una scuola in Benin. Ma poi è iniziata l’odissea con «l’assoluto disprezzo da parte degli uffici». E adesso parte il ricorso giudiziario

ROVERETO. Va bene tutto (o quasi tutto), ma anche la pazienza, che sarà pur sempre virtù dei forti, ha un limite. E a furia di aspettare (anni) senza ottenere una risposta non rimane che confidare nella giustizia amministrativa presentando un ricorso al Tar. Si respira, infatti, un'atmosfera intonata alla esasperazione nella sede di Atout African Arch.it odv, una piccola associazione che ha sede a Rovereto e vive sul volontariato.

E' un'associazione che opera da circa un quarto di secolo in Benin, un piccolo Stato africano affacciato sul golfo di Guinea, incastrato con i suoi dodici milioni di abitanti e la superficie di un terzo dell'Italia fra la Nigeria e il Togo, chiuso a nord da Burkina Faso e Niger. Esasperazione per i rapporti con la Regione Trentino Alto Adige – Ufficio per integrazione europea ed aiuti umanitari, con la quale la presidente Barbara Borgini e il direttivo non trovano risposte da quasi cinque anni, nonostante le numerose interlocuzioni, «assolutamente inutili», tenute da presidente e collaboratori e perfino da un avvocato: «Eretti muri invalicabili - denunciano nella sede di corso Rosmini - e senza risposte definitive».

La storia di quella che appare come una vera Via Crucis (senza tirare in mezzo il povero Kafka) è riassunta così. 7 settembre 2020: viene firmata fra l'Associazione ed il direttore dell'Ufficio per l'integrazione europea e gli aiuti umanitari Sieghard Gamper la convenzione per la costruzione di una scuola pubblica elementare a Segbe-Come-Benin, scuola che avrebbe dovuto ospitare 240 bambini. Struttura vista di buon occhio da docenti ed autorità, perché fino a quel momento le lezioni venivano svolte in baracche successivamente crollate.

Fin qua tutto bene. Poi sono cominciati i guai. Il 20 luglio del 2022, a progetto ultimato, l'Associazione ha presentato il rendiconto, al quale sono seguite cinque richieste di integrazione, tutte puntualmente soddisfatte dall'Associazione nell'arco di un anno. «Ad ogni richiesta seguiva la nostra documentazione. E mai una volta che abbiamo avuto il piacere di una risposta definitiva della Regione. Nel frattempo noi abbiamo anticipato i soldi» spiega la presidente - Così nel mese di ottobre del 2023, presi da disperazione, ci siamo visti costretti a chiedere all'avvocato Antonio Giacomelli di provare ad interloquire con gli uffici.

Ci ha provato: nel 2024 sono state inviate quattro (dicasi quattro) comunicazioni, ottenendo risposte tardive, vaghe e senza fondamento alcuno. Abbiamo trovato il disprezzo più deprecabile negli uffici della Regione».

E non è andata meglio con gli assessori: «Abbiamo incontrato anche gli assessori: prima delle elezioni del 2023 Leonardi, e nel 2024 Gennaccaro. Tutti armati di buone intenzioni, salvo sparire subito dopo. Siccome siamo persone serie (l'Associazione ha realizzato in venticinque anni trentacinque fra scuole, presìdi sanitari, pozzi, orfanotrofi, ndr), abbiamo deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo, perché troviamo intollerabile che una pubblica amministrazione non si prenda il tempo e la volontà di rispondere alle richieste di un' organizzazione di volontariato» affermano i responsabili di Atout African Arch.it odv.

La battuta finale è inevitabile in tempi in cui il consiglio regionale ha deciso gli aumenti stellari di stipendio: «Se non hanno più soldi ce lo dicano. In realtà la situazione è molto seria. C'è chi continua a teorizzare "aiutiamoli a casa loro”, ma se non ci si dà la possibilità di aiutarli...».

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