Bressan: «Più coraggio contro la crisi»
Di fronte alle sfide difficili che il mondo attuale pone di fronte ai cattolici, la tentazione di chiudersi a guscio è forte. L'insegnamento del Vangelo è invece quello di aprirsi, di aiutare il prossimo, dando il proprio contributo al bene comune. Ci sono stati molti riferimenti all'attualità nell'omelia pasquale di monsignor Luigi Bressan: il duomo domenica mattina era gremito di persone per l'Eucarestia della Pasqua di Resurrezione
Di fronte alle sfide difficili che il mondo attuale pone di fronte ai cattolici, la tentazione di chiudersi a guscio è forte. L'insegnamento del Vangelo è invece quello di aprirsi, di aiutare il prossimo, dando il proprio contributo al bene comune.
Ci sono stati molti riferimenti all'attualità nell'omelia pasquale di monsignor Luigi Bressan: il duomo domenica mattina era gremito di persone per l'Eucarestia della Pasqua di Resurrezione.
«Sono tanti i problemi cui far fronte. Vi sono nuove sfide per la Chiesa, e ve ne sono per le nostre famiglie; la crisi economica è diffusa e sta colpendo sempre più anche il Trentino, con sofferenze che pesano su tante persone e anche sul cuore di ogni cristiano sensibile; vi sono fragilità psicologiche e relazionali», ha letto dall'altare il vescovo.
Monsignor Bressan ha richiamato l'attenzione prima di tutto sulla situazione politica italiana, che «mostra come ci si sia smarriti nel costruire una società che dovrebbe essere coesa e nella quale ciascuno sappia dare un contributo al bene comune, senza pretese di dominio».
Poi però il vescovo ha invitato i fedeli ad allargare lo sguardo a un «panorama internazionale in grave turbamento»: le guerre e il terrorismo in Afghanistan e Siria, i conflitti in Africa e la libertà minacciata dei cristiani. Desta preoccupazione anche il sistema finanziario «sfuggito ai governi, pur eletti dai popoli», mentre il potere economico «cambia dai tradizionali centri che erano gli Usa, l'Europa e il Giappone ad altri quali la Cina, l'America Latina e zone dell'Asia e dell' Africa», è stata l'analisi dell'arcivescovo.
La Chiesa stessa non è immune alle difficoltà: la diminuzione di frequenza nelle chiese e il numero dei sacerdoti e delle persone consacrate in diminuzione. «In una tale prospettiva, saremmo tentati accontentarci di "salvare il salvabile". Non ce lo lascia fare l'esortazione di Papa Francesco che invita ad andare oltre il perimetro ecclesiale consueto», ha concluso il capo della Chiesa trentina.